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Laboratori analisi: 2mila ricorsi al Consiglio di Stato contro nuove tariffe

Laboratori diagnostici privati chiedono un incontro con il Ministero della Salute per rivedere le tariffe

Le strutture private e accreditate che erogano esami e prestazioni per conto del Servizio sanitario nazionale (Ssn) stanno facendo pressioni per evitare l’entrata in vigore del nuovo Nomenclatore Tariffario, prevista per il 1 gennaio 2024. L’obiettivo è garantire la sostenibilità del sistema e la salute dei cittadini. Circa duemila strutture sono pronte a ricorrere al Consiglio di Stato dopo che il Tar del Lazio ha rigettato la richiesta di sospensiva del provvedimento.

Sigle di categoria chiedono la revisione delle tariffe

Le principali sigle di categoria, riunite nell’Unione ambulatori e poliambulatori (Uap), hanno inviato una lettera al governo e agli organi regionali chiedendo di ripristinare il tavolo delle revisioni delle tariffe. I parametri presi in considerazione per il nuovo Nomenclatore Tariffario non risultano congrui. In particolare, si chiede di sospendere l’applicazione delle nuove tariffe per rivedere quelle più anomale, come il pap test e le visite ambulatoriali, al fine di giungere a valori più sostenibili.

Tariffe insostenibili e conseguenze per i cittadini

Le nuove tariffe hanno comportato tagli significativi per i laboratori di analisi, con riduzioni che vanno dal 20% al 70%. Ad esempio, la determinazione di un ormone tiroideo è passata da 6,40 euro a 2,65 euro, mentre il pap test è stato ridotto del 50%, passando da 11,16 euro a 5,55 euro. Queste modifiche sostanziali rendono insostenibile il rapporto tra il Ssn e gli erogatori privati. Ciò potrebbe portare all’uscita dal sistema degli erogatori convenzionati e all’aumento delle liste d’attesa, con conseguente ridotta disponibilità di prestazioni sanitarie nel territorio e abbassamento dei livelli delle stesse prestazioni.

Luca Marino, vicepresidente sezione sanità Unindustria, sottolinea che i laboratori privati accreditati forniscono un servizio pubblico e che le tariffe attuali non tengono conto dei costi amministrativi e dei servizi di customer care necessari per la corretta erogazione delle prestazioni. Marino sottolinea anche che l’abbassamento dei livelli delle prestazioni comporta un minore servizio, un aumento delle liste d’attesa e una minore qualità delle prestazioni.

Oltre alle conseguenze per i laboratori di analisi privati, il nuovo tariffario ha impatti negativi anche sulle multinazionali dei mega laboratori e sulle strutture pubbliche. Le prime vedono aumentare il debito che deve essere ripianato, mentre le seconde erogano servizi a costi superiori ai rimborsi. Si rende quindi necessario un confronto più ampio sul ruolo e l’utilità di queste strutture per evitare il collasso della rete dei laboratori privati che sostengono il Servizio sanitario.

Redazione

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