L'Addio di Betori: L'Ultima Omelia da Arcivescovo di Firenze - Occhioche.it
Un commovente discorso d’addio ha segnato l’ultima omelia del cardinale Giuseppe Betori da arcivescovo di Firenze, tenuta oggi pomeriggio in cattedrale. La fine del suo mandato è prevista per il 24 giugno, giorno di San Giovanni, e coinciderà con la consacrazione a vescovo di don Gherardo Gambelli.
Betori ha scelto di inserire la sua presenza a Firenze negli ultimi anni all’interno della “logica non dei frutti ma del seme”, un concetto profondamente radicato nel Vangelo. Durante la messa di saluto, l’arcivescovo ha espresso il suo rammarico per non essere riuscito a soddisfare le aspettative della città e dei suoi fedeli, chiedendo perdono per le sue debolezze personali. “Anni in cui, alla fragilità che accompagna sempre la vita della Chiesa, si sono aggiunte le debolezze della mia persona di cui sono a chiedere perdono per non essere stato all’altezza della storia di questa città, soprattutto delle vostre attese,” ha detto Betori.
Per illustrare lo spirito e i riferimenti che hanno guidato il suo servizio alla Chiesa fiorentina, Betori ha fatto riferimento a tre segni simbolici. Il primo segno è la cattedrale stessa, uno spazio ampio che non richiede una piazza separata perché si propone come un luogo che accoglie l’intera città. Questo, secondo Betori, simboleggia la Chiesa immersa nella città, un concetto che ha cercato di abbracciare completamente durante il suo mandato.
Il secondo segno è lo stendardo, una grande bandiera che esalta la croce di colore rosso su campo bianco. Betori ha spiegato che questo simbolo rappresenta sia il vessillo del Risorto che l’insegna del popolo. “Mi ha sempre chiamato a responsabilità percorrere passi segnati insieme da Cristo e dal popolo,” ha detto, sottolineando il suo impegno a non distaccarsi mai dal popolo, anche a costo di rallentamenti o critiche.
Infine, il terzo segno è la cattedra, un simbolo di misura, equilibrio, armonia, riposo, bellezza, contemplazione e pace. Betori ha affermato che queste caratteristiche rappresentano l’identità profonda della città e della Chiesa fiorentina, al di là delle apparenze immediate, istintive, polemiche o aggressive.
Il mandato di Betori come arcivescovo di Firenze lascia un’eredità di fede profondamente radicata nella città. La sua dedizione al servizio, la sua umiltà nel chiedere perdono per le sue debolezze e il suo impegno a rimanere vicino al popolo, anche nelle difficoltà, hanno segnato il suo ministero episcopale in città. Mentre il 24 giugno segnerà la fine del suo mandato, l’impatto del suo servizio rimarrà nella storia della Chiesa fiorentina.
Con la fine del mandato di Betori, la Chiesa fiorentina si prepara ad accogliere don Gherardo Gambelli come nuovo vescovo. La consacrazione di Gambelli il 24 giugno aprirà un nuovo capitolo per la Chiesa di Firenze, portando nuove sfide e opportunità per la comunità religiosa della città. Mentre Betori si prepara a lasciare il suo incarico, i fedeli di Firenze attendono con ansia l’arrivo di Gambelli, pronti ad abbracciare la guida spirituale che porterà.
La Chiesa di Firenze, come ogni altra comunità religiosa, è in costante evoluzione. Con l’addio di Betori e l’arrivo di Gambelli, la Chiesa fiorentina si prepara ad affrontare nuove sfide e a crescere sotto una nuova guida. Tuttavia, i valori fondamentali di fede, umiltà e servizio, esemplificati dal mandato di Betori, rimarranno al centro dell’identità della Chiesa di Firenze.
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