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Latitanti italiani: i tre più pericolosi tra i 59 ancora in fuga

I latitanti di massima pericolosità: chi sono e cosa hanno fatto

Il rapporto del Giirl, il Servizio analisi della Polizia criminale, ha reso noti alcuni dati allarmanti riguardo ai latitanti di massima pericolosità. Tra il 2019 e il 2023, sono stati individuati e arrestati ben 55 criminali considerati pericolosi, mentre altri 56 sono ancora in fuga. Tre di loro sono stati definiti come “latitanti di massima pericolosità” e sono diventati bersaglio delle forze dell’ordine.

Il primo di questi tre latitanti è Renato Cinquegranella, affiliato al clan camorristico “Nuova Famiglia”. È sospettato di essere coinvolto nell’omicidio di Giacomo Frattini, avvenuto nel 1982. Su di lui pende un mandato di cattura internazionale. Il secondo è Attlio Cubeddu, evaso dal carcere di Nuoro nel 1997. Era stato condannato per il rapimento di Cristina Peruzzi nel 1981 e per i sequestri di Ludovica Rangoni Machiavelli e Patrizia Bauer nel 1983. Il terzo latitante è Giovanni Motisi, noto come “U’ Pacchiuni”, un mafioso che è diventato un fantasma per lo Stato dal 1998. È stato coinvolto nell’omicidio del vicequestore Ninni Cassarà e dell’agente Roberto Antiochia nel 1995, diventando successivamente capo del mandamento di Pagliarelli.

L’arresto di Matteo Messina Denaro e altri criminali pericolosi

Tra i latitanti più pericolosi arrestati negli ultimi anni, spicca l’arresto di Matteo Messina Denaro, avvenuto a gennaio dello scorso anno. Denaro è stato responsabile degli attentati del 1992-93 e la sua cattura è stata considerata un successo senza precedenti. Tuttavia, nove mesi dopo il suo arresto, è morto. Oltre a Denaro, altri sei criminali sono stati fermati: Francesco Pelle, Rocco Morabito e Pasquale Bonavota, appartenenti alla ‘ndrangheta, e i camorristi Marco Di Lauro e Raffaele Imperiale. Inoltre, è stato arrestato anche Gratzianeddu, noto come Graziano Mesina, uno dei più famosi banditi sardi del dopoguerra.

La lotta contro i latitanti di massima pericolosità continua

Nonostante gli arresti significativi, il problema dei latitanti di massima pericolosità rimane una sfida per le forze dell’ordine. Il rapporto del Giirl evidenzia l’importanza di continuare a lavorare per individuare e arrestare questi criminali, al fine di garantire la sicurezza della società. Come afferma il Ministero dell’Interno, “la lotta contro la criminalità organizzata è una priorità assoluta e non si può abbassare la guardia”. Le forze dell’ordine continueranno a concentrarsi sui latitanti di massima pericolosità, cercando di assicurarli alla giustizia e di garantire la tranquillità dei cittadini.

Redazione

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