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Liberazione sospesa per l’ingegnere italiano Maurizio Cocco: ancora in carcere in Costa d’Avorio nonostante la scarcerazione decretata

Contesto: La storia di Maurizio Cocco, un ingegnere edile italiano di 61 anni originario di Fiuggi, rimane intricata e piena di ostacoli mentre rimane detenuto in Costa d’Avorio nonostante una recente sentenza di scarcerazione.

La condanna e la sospensione della liberazione

Il 7 maggio scorso, il tribunale ivoriano ha condannato Cocco a due anni di reclusione per frode fiscale. Tuttavia, durante questo periodo, Cocco aveva già scontato la pena in carcere in attesa di giudizio. Nonostante ciò, la sua liberazione, prevista entro il 2 giugno, è stata sospesa a causa di una nuova indagine emersa di recente. Questa situazione prolunga la detenzione preventiva di Cocco, che si professa innocente fin dall’inizio.

Le autorità ivoriane avevano annunciato a maggio l’imminente scarcerazione di Cocco, ma l’uomo risulta ancora in carcere. Questa situazione ha portato Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia della circoscrizione estera, a denunciare la detenzione illegale di Cocco. Di Giuseppe sta seguendo la vicenda e sta lavorando per fare pressioni politiche per garantire il rispetto della giustizia per il suo connazionale.

La richiesta di scarcerazione immediata e la difesa dell’innocenza

Un avvocato ivoriano di Cocco ha presentato una richiesta di scarcerazione immediata al tribunale, sostenendo che la detenzione di Cocco è illegale e anticostituzionale. Nel frattempo, la moglie di Cocco, Assunta Giorgini, chiede che suo marito torni il prima possibile, affermando che il caso non ha spiegazioni plausibili da parte delle autorità ivoriane.

Cocco è stato arrestato due anni fa insieme ad altri occidentali per una presunta frode fiscale nell’ambito di un’indagine delle autorità locali su un presunto giro di narcotraffico e riciclaggio. Da allora, Cocco ha sempre mantenuto la sua innocenza, affermando di non avere nulla a che fare con i trafficanti di droga e i riciclatori di denaro sporco. Ha sempre sostenuto di essere andato in Africa solo per lavorare con la sua impresa di costruzioni, un lavoro onesto per il quale aveva lasciato la sua Fiuggi.

Mentre la situazione di Cocco rimane incerta, la pressione politica e legale per la sua liberazione continua a crescere. La Farnesina è stata attivata e sta lavorando per garantire la liberazione di Cocco nel rispetto della giustizia e delle leggi ivoriane.

Luisa Pizzardi

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