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L’indagine sul clientelismo nelle assunzioni della Fondazione Milano Cortina 2026

Un’analisi dettagliata condotta dal tribunale del riesame di Milano ha portato alla luce un intricato scenario di favoritismi e prassi illecite all’interno della Fondazione Milano Cortina 2026. Le accuse di corruzione rivolte agli ex manager dell’ente, sebbene temporaneamente riqualificate come ‘corruzione fra privati’, hanno evidenziato presunte irregolarità legate a “assunzioni” e “esborsi” non supportati da un effettivo lavoro svolto.

LE REVOCAZIONI NELL’AMBITO DEL RIESAME

Nelle 14 pagine dell’ordinanza emessa dal collegio giudicante Savoia-Ambrosino-Nosenzo, si respinge il ricorso presentato da Massimiliano Zuco, ex digital director della Fondazione, e altri coinvolti. Nonostante la riqualificazione temporanea delle accuse, le indagini e i sequestri effettuati dalla guardia di finanza il 21 maggio sono stati confermati senza ombra di dubbio.

IL RAPPORTO TRA ASSUNZIONI E CLIENTELISMO

Gli inquirenti hanno individuato evidenti segnali di clientelismo negli schemi di “assunzioni” all’interno della Fondazione Milan Cortina 2026. In particolare, si fa riferimento a “esborsi anche importanti” che non trovano giustificazione nella reale “prestazione lavorativa”. Questi presunti comportamenti hanno portato a un “deficit di bilancio” crescente nel tempo, descritto come un’incombente minaccia per la stabilità finanziaria dell’ente.

LE DINAMICHE INTERNE ALL’ENTE

Il tribunale della libertà ha identificato un chiaro “rapporto di causa-effetto” tra le assunzioni strategiche di personale e il favoreggiamento di determinate società, come Vetrya e Quibyt, legate all’imprenditore Luca Tomassini, coinvolto nelle indagini. Al centro di queste dinamiche intricati aspetti come “canali preferenziali” nell’affidamento dei servizi digitali, scambiati con “utilità economiche” per il manager Zuco, includendo vantaggi personali come una generosa retribuzione e spese per operazioni dal chiaro contorno dubio.

LE CONCLUSIONI DEL TRIBUNALE

Il verdetto del tribunale del riesame di Milano ha messo in luce un ambiente permeato da “smaccati favoritismi e clientele”, sottolineando come le azioni dei manager coinvolti abbiano inficiato gli interessi primari della Fondazione. L’analisi dettagliata condotta dalle autorità competenti ha evidenziato un quadro allarmante di presunti illeciti che necessitano di ulteriori approfondimenti.

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Luisa Pizzardi

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