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L’intelligenza artificiale in cucina: la visione di Bettina Schmid sull’innovazione gastronomica

L’intersezione tra intelligenza artificiale e settore gastronomico sta guadagnando sempre più attenzione, specialmente in contesti come quello dell’Alto Adige. Bettina Schmid, nutrizionista e responsabile del Gustelier, l’atelier del gusto dell’Unione Albergatori e Pubblici Esercenti di Bolzano, offre una visione chiara e articolata riguardo alle prospettive future di questo connubio. Nella sua ultima intervista, ha evidenziato come l’innovazione tecnologica possa rivoluzionare le modalità di concepire e realizzare le ricette, plasmando l’intera esperienza culinaria.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella gastronomia

Innovazione e creatività in cucina

Secondo Bettina Schmid, l’intelligenza artificiale non è solo una mera aggiunta alle tradizionali tecniche culinarie, ma può diventare un alleato fondamentale per i chef moderni. L’idea di avere ricette archiviate in cloud permetterebbe ai professionisti del settore di attingere a un patrimonio culinario vastissimo, facilitando la sperimentazione e la personalizzazione dei piatti. L’AI potrebbe, infatti, “cucire” piatti su misura in base alle preferenze degli ospiti, analizzando gusti e richieste in tempo reale. Questa innovazione promette di arricchire l’esperienza gastronomica, rendendola più interattiva e coinvolgente per il consumatore.

Il futuro dell’occupazione tra innovazione e tradizione

Tuttavia, la crescente introduzione della tecnologia in cucina non è priva di conseguenze sul mercato del lavoro. Schmid sottolinea che i giovani chef, pur desiderosi di innovare, non vogliono più sottostare a carichi di lavoro intensi e a ritmi lavorativi insostenibili. La richiesta di un equilibrio vita-lavoro, con turni settimanali ridotti a cinque giorni, si fa sempre più forte. Questo cambiamento di paradigma potrebbe influenzare profondamente le strutture ricettive e gastronomiche, costringendo i gestori a rivedere le loro politiche per attrarre e mantenere i migliori talenti.

I cambiamenti nel settore della ristorazione

Tendenze emergenti in Europa

Durante una visita recente a Berlino, Schmid ha notato un cambiamento significativo nel modo di organizzare il lavoro nei ristoranti, con molti locali che hanno adottato la formula quattro giorni di lavoro su sette. Questa tendenza, sebbene non ancora diffusa in Alto Adige, suggerisce un desiderio crescente di modificare le dinamiche tradizionali del lavoro nel settore gastronomico. Alcuni ristoranti stanno persino considerando la chiusura in determinati giorni per garantire un migliore equilibrio per il personale. Questo porta alla luce la necessità di un adeguamento delle pratiche lavorative per rispondere alle nuove aspirazioni dei professionisti del settore.

La formazione degli operatori di sala

Il cambiamento non riguarda solo i cuochi, ma anche gli operatori di sala, come camerieri e sommelier, professioni che richiedono una preparazione specifica e una formazione approfondita. Schmid evidenzia l’importanza di queste figure all’interno del contesto gastronomico, sottolineando come la loro abilità nell’interazione con i clienti sia cruciale per il successo di un ristorante. Con l’avanzare della tecnologia, il ruolo di chi lavora in sala potrebbe evolvere, richiedendo nuove competenze e un’attenzione ancor maggiore verso l’esperienza del cliente.

L’importanza della filiera corta

Collaborazioni con i produttori locali

Bettina Schmid non dimentica però di sottolineare come l’innovazione in cucina debba andare di pari passo con un forte legame con il territorio. Il coinvolgimento attivo dei produttori locali rappresenta un punto chiave nel modello gastronomico dell’Alto Adige. Ne è un esempio la collaborazione con il Bauernbund e i consorzi territoriali, che promuovono la valorizzazione di prodotti agricoli del territorio. Schmid annuncia un nuovo progetto volto a creare una filiera corta, dove la continuità dal campo alla cucina diventi un valore aggiunto per la qualità complessiva dell’offerta gastronomica.

La valorizzazione dei prodotti di qualità

Un’iniziativa come questa non solo sostiene l’economia locale, ma contribuisce a garantire che i piatti serviti nei ristoranti siano non solo buoni, ma anche autentici e rappresentativi della cultura gastronomica locale. La continuità della vita del prodotto, come la definisce Schmid, si traduce in un’esperienza culinaria che rispetta e celebra le tradizioni, presentando al contempo l’innovazione attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale. Un binomio che, se sfruttato nel modo giusto, potrebbe rendere l’Alto Adige un esempio di eccellenza gastronomica a livello internazionale.

Luisa Pizzardi

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