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Migranti: Rete 26 febbraio denuncia mancato rispetto degli impegni da parte del governo

Rete 26 febbraio: mobilitazione per il primo anniversario del naufragio a Cutro

La “Rete 26 febbraio”, un gruppo di associazioni che si occupano di immigrazione, ha annunciato una mobilitazione per il primo anniversario del naufragio avvenuto a Cutro. L’obiettivo è chiedere canali legali di ingresso e contrastare le politiche europee dei respingimenti. Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni e di Medici senza frontiere, nel 2023 sono morte in mare ben 2.571 persone. La “Rete 26 febbraio” si è costituita con l’intento di offrire supporto alle famiglie delle vittime e ai sopravvissuti, oltre a denunciare le gravi inadempienze istituzionali e politiche che sono alla base dei naufragi nel Mediterraneo.

Verità e giustizia per le vittime del naufragio

La “Rete 26 febbraio” chiede verità e giustizia per le vittime del naufragio a Cutro. L’organizzazione si batte per il ricongiungimento delle famiglie delle vittime, promesso dal governo italiano, e per l’identificazione, il riconoscimento e la degna sepoltura di tutte le salme coinvolte nella tragedia. Inoltre, l’organizzazione richiede la revoca immediata degli accordi tra l’Unione europea e Paesi terzi come Turchia, Libia e Tunisia, che riguardano il controllo delle frontiere esterne e il respingimento delle persone in transito. Infine, la “Rete 26 febbraio” si impegna a organizzare una mobilitazione per ribadire le istanze delle famiglie delle vittime e protestare contro l’Europa dei respingimenti.

Canali di ingresso sicuri e legali per le persone in fuga

Tra le richieste della “Rete 26 febbraio” c’è anche quella di creare canali di ingresso sicuri e legali per tutte le persone che sono in fuga da povertà e crisi umanitarie. L’organizzazione si batte per garantire un’accoglienza dignitosa e umana a coloro che cercano protezione e sostegno. La mobilitazione organizzata per il primo anniversario del naufragio a Cutro non sarà solo una commemorazione simbolica, ma un’occasione per accogliere nuovamente i familiari dei naufraghi e i superstiti, pronti a tornare sui luoghi del dolore. Sarà un momento per ribadire le istanze delle famiglie delle vittime e protestare contro le politiche europee dei respingimenti.

Redazione

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