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Monitoraggio della qualità delle acque: inquinamento da nord a sud, il Lazio in allerta

Un recente studio condotto dai volontari di Goletta Verde ha rivelato che il 62,5% dei campionamenti di acqua lungo la costa del Lazio presenta criticità ambientali. Questo dato evidenzia la grave situazione di inquinamento che affligge la regione, la quale si colloca tra le peggiori d’Italia. In questo articolo verranno analizzati i risultati del monitoraggio, tanto per la costa quanto per i laghi, e le misure necessarie per affrontare il problema.

Il mare del Lazio: dati allarmanti

La costa del Lazio si estende per 361 chilometri e, nel corso dell’estate, Legambiente ha eseguito 24 campionamenti per monitorare la qualità delle acque. Di questi, 2 sono stati effettuati nella provincia di Viterbo, 10 a Roma e 12 nella provincia di Latina. I risultati sono preoccupanti: oltre il 62% dei punti analizzati ha evidenziato situazioni di inquinamento, contrariamente alla media nazionale che si attesta al 37%. Questo rende il Lazio una delle regioni più problematiche in termini di qualità delle acque.

Un approfondimento specifico sulle acque romane rivela che in sole 3 occasioni su 10 i livelli di inquinamento erano nei limiti accettabili. In ben cinque casi, invece, sono stati riscontrati valori decisamente preoccupanti, che indicano acque fortemente inquinate. Di positivo c’è solo il monitoraggio della costa di Ostia: in questo tratto marino, l’unico punto analizzato ha mostrato valori entro i limiti tollerabili. Anche le spiagge di Anzio e Marina di Cerveteri hanno registrato risultati favorevoli, con acque considerate balneabili.

Fregene, nota località del litorale laziale, ha avuto una performance media, evitando di guadagnare il riconoscimento di inquinamento grave, pur non essendo promossa nel ranking degli ambienti marini. Questi dati evidenziano quanto sia cruciale la qualità delle acque per la salute pubblica e l’ecosistema marino.

Laghi del Lazio: una performance migliore

Per quanto riguarda i laghi, la situazione appare meno grave. L’inchiesta condotta da Goletta dei Laghi ha mostrato risultati relativamente positivi per la maggior parte dei bacini idrici della regione. Su un totale di 25 campioni prelevati, solo 3 hanno avuto esiti negativi, indicando situazioni di inquinamento. Uno di questi è risultato essere il lago Albano, situato nel comune di Castelgandolfo, dove un prelievo ha evidenziato problemi, mentre un secondo effettuato nelle prossimità del Ninfeo Brigantino ha mostrato valori conformi.

Nella provincia di Viterbo, il lago di Bolsena è emerso con valori critici, poiché l’unico prelievo eseguito ha evidenziato inquinamento. Questi risultati segnano una netta differenza rispetto ai monitoraggi costieri, dimostrando che i laghi del Lazio godono di una migliore qualità dell’acqua, pur necessitando di attenzione e monitoraggio continuo.

Le dichiarazioni e prossimi passi

Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, ha commentato l’importanza di queste indagini, sottolineando che l’obiettivo non è quello di etichettare le aree come balneabili o meno, ma di sensibilizzare le amministrazioni locali e i cittadini riguardo alla qualità dell’acqua. Questa iniziativa è fondamentale per far emergere i problemi legati all’inquinamento, in modo da stimolare un’azione concreta.

Per migliorare la situazione, Scacchi ha evidenziato la necessità di politiche efficaci per la depurazione e interventi mirati da parte degli enti responsabili del servizio idrico. In particolare, è urgente adeguare gli impianti di depurazione alle nuove sfide poste dalla crisi climatica, come l’aumento delle temperature delle acque e la proliferazione di microrganismi patogeni. Un approccio attivo e collaborativo tra enti locali e cittadini è essenziale per garantire il futuro sostenibile delle acque del Lazio.

L’analisi della qualità delle acque nei mari e laghi del Lazio rappresenta un campanello d’allarme per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, richiedendo un’azione coordinata e tempestiva.

Luisa Pizzardi

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