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Nuova prova audio nel processo per l’omicidio di Giulio Regeni: coinvolti quattro agenti segreti egiziani

Contesto: Il processo per l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e ucciso al Cairo nel 2016, ha preso una svolta inaspettata con l’emergere di un file audio di 18 minuti che potrebbe rappresentare una pesante accusa nei confronti dei quattro agenti segreti egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell’omicidio di Regeni.

Prima parte: La nuova prova a sostegno dell’accusa

: Un testimone rivela che un colonnello della polizia investigativa aveva il passaporto di Regeni prima della perquisizione

Sottotitolo: ‘audio rivela nuovi dettagli sull’omicidio di Giulio Regeni, con un testimone che afferma che un colonnello della polizia investigativa era in possesso del passaporto di Regeni prima di effettuare la perquisizione nell’abitazione di un presunto membro della banda criminale accusata falsamente dell’omicidio.

La Procura di Roma ha chiesto alla Corte d’Assise di acquisire il file audio, in cui un testimone afferma che un colonnello della polizia investigativa era in possesso del passaporto di Giulio Regeni prima di effettuare la perquisizione, il 24 marzo del 2016, nell’abitazione dove viveva un appartenente alla banda criminale che venne falsamente accusata dell’omicidio del ricercatore italiano. Si tratta proprio del documento di espatrio che venne fatto trovare in quell’appartamento dalle autorità egiziane.

Ma non è tutto: dall’analisi dei tabulati telefonici sono emersi contatti tra lo stesso colonnello della polizia investigativa e uno degli imputati nel processo per l’omicidio di Regeni.

In aula, è stato anche mostrato un video preso da fonti aperte e già noto in Italia, in cui vengono intervistati i parenti della presunta banda di criminali. Dalle loro affermazioni e dalle informazioni fornite dal colonnello del Ros, Onofrio Panebianco, è emerso che alcuni oggetti, come il portafogli, il porta occhiali e l’auricolare, trovati nell’appartamento e consegnati anni dopo agli inquirenti italiani, non appartenevano a Regeni.

Seconda parte: Depistaggi e prove alterate

: Cancellati i file dei video della metropolitana della capitale egiziana

Sottotitolo: consulenti della Procura hanno scoperto che i file dei video della fermata del quartiere Dokki, dove venne agganciato per l’ultima volta il telefono cellulare di Giulio Regeni il giorno della sua scomparsa, erano stati cancellati.

depistaggi e le prove alterate sono stati un elemento chiave nel processo per l’omicidio di Giulio Regeni. Secondo quanto riferito in aula dai consulenti della Procura, tecnici dei carabinieri del Racis e della Polizia Scientifica, vennero cancellati i file dei video della fermata del quartiere Dokki, dove venne agganciato per l’ultima volta il telefono cellulare di Giulio Regeni il 25 gennaio del 2016, il giorno della sua scomparsa.

“Abbiamo scoperto che del 25 gennaio 2016 non c’erano file video o immagini disponibili nel sistema – hanno detto i consulenti -. In altri file, riferiti al periodo tra il 26 e il 29 gennaio, si vedeva che la data di modifica era diversa da quella di creazione”. consulenti sono comunque riusciti a recuperare con un software le immagini del 25 gennaio, ma hanno trovato un “buco” di 18-20 minuti, fra le 19.49 e le 20.08.

: Il teste “z” non potrà

Sottotitolo: Il procuratore aggiunto *Sergio Colaiocco ha reso noto che il teste “z”, un cittadino egiziano che ha fornito molti elementi utili alle indagini, non potrà venire a testimoniare in Italia perché teme per l’incolumità sua e della famiglia.*

Il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco ha reso noto che il teste “z”, un cittadino egiziano che ha fornito molti elementi utili alle indagini, non potrà venire a testimoniare in Italia “perché teme per l’incolumità sua e della famiglia. Quando in passato ha collaborato con la procura di Roma ed è stato arrestato per diversi mesi, proprio da uno degli imputati”.

Verrà invece sentita, dopo l’estate e in videoconferenza, la docente dell’università di Cambridge, Maha Abdelrahman, che faceva da tutor a Giulio Regeni nel periodo in cui il giovane ricercatore era al Cairo.

genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola, hanno affermato che dal processo “stanno emergendo sempre di più i depistaggi egiziani. Stiamo sempre di più mettendo a fuoco le responsabilità egiziane su depistaggi e manomissioni. Tassello, dopo tassello – ha osservato l’avvocato Alessandra Ballerini, che rappresenta la famiglia – ci avviciniamo alla verità”.

Francesca Monti

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Francesca Monti

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