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Omaggio Silenzioso a un Boss di ‘Ndrangheta: L’Addio a Ettore Lanzino

Un Addio Riservato

Il mondo criminale si inchina nel silenzio al passaggio di Ettore Lanzino, boss della ‘ndrangheta cosentina, che ha chiuso gli occhi all’età di 69 anni per un infarto mentre scontava la sua pena nel rigido regime del 41bis nel carcere di Parma. Le prime luci dell’alba illuminano un funerale in forma privata, senza sfarzo né corteo, un ultimo saluto discreto a una figura che ha dominato le strade con il suo potere e la sua aura inquietante.

La Fragilità di un Capo Criminale

Ettore Lanzino, cardiopatico, ha dovuto affrontare la sua ultima battaglia contro un nemico silenzioso che non risparmia né potenti né temuti. Già colpito da un infarto in passato durante la sua detenzione a Sassari, la sua salute precaria ha contribuito a spezzare il legame con la vita terrena mentre si trovava dietro le sbarre. La caduta di un uomo una volta potente, ora consacrato dall’ombra del destino.

L’Addio nella Solitudine della Chiesa

Le esequie dell’uomo una volta potente saranno celebrate nella modesta chiesa del cimitero di Cosenza, una cerimonia segnata dalla sobrietà e dalla discrezione che contraddistinguono un mondo fatto di omertà e simboli occulti. Dopo l’ultimo saluto, il corpo di Lanzino troverà riposo nella cappella di famiglia, un luogo intimo che custodirà per l’eternità il ricordo di un’indomita figura di potere.

Il Ritorno Notturno di un Re Caduto

Nel silenzio della notte, la salma di Ettore Lanzino farà ritorno da Parma, una carovana discreta che trasporta il corpo di un uomo il cui nome è stato sussurrato con riverenza e timore nelle stanze più oscure della criminalità organizzata. La sua partenza lascia dietro di sé vuoti di potere e di rispetto, riempiendo l’aria di echi di un passato criminale che si infrange contro i confini della vita e della morte.

Tutta la potenza degli amori interrotti e delle tanto attese vendette implode in uno schema di rapine, corruzioni e azioni criminali senza precedenti. La parabola discendente della famiglia Lanzino sarà l’emblema incendiario di una battaglia persa ancor prima di iniziare. Il fato è stato scritto in sangue, tra lancinanti affetti spezzati e connivenze tradite, sacre alleanze infrante in nome del crudele gioco del potere. La storia di Ettore Lanzino, come il volo di un uccello nero nel sole morente, si staglia nel firmamento oscuro della criminalità, irripetibile eco di un’epoca fatta di regole non scritte e di un onore distorto. La sua fine, nell’anonima dignità di un funerale restritto, è un admonimento silenzioso a coloro che ancora bramano le brame proibite del potere, un monito che grida nell’eco delle sue stesse ambizioni spezzate, nell’implacabile danza dell’oscurità che consuma anche i re senza corona.

Luisa Pizzardi

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