Ostaggi Hamas: Netanyahu e le linee rosse - Ultime news - avvisatore.it
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che Israele non accetterà un accordo per liberare gli ostaggi nelle mani di Hamas “a ogni costo”. In un videomessaggio, Netanyahu ha sottolineato che ci sono delle “linee rosse” che non si vuole che siano oltrepassate. Ha affermato: “Stiamo lavorando per ottenere un altro accordo per liberare i nostri prigionieri, ma sottolineo non ad ogni costo. Abbiamo delle linee rosse, tra cui: non porremo fine alla guerra, non ritireremo l’Idf dalla Striscia, non rilasceremo migliaia di terroristi”.
Il primo ministro israeliano ha anche affermato che oltre a lavorare per liberare gli ostaggi, Israele si sta impegnando per raggiungere gli altri suoi obiettivi nella guerra: “L’eliminazione di Hamas e garantire che Gaza non rappresenti mai più una minaccia”.
Ieri, Netanyahu ha incontrato a Gerusalemme 26 rappresentanti di 18 famiglie di ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. Durante l’incontro, ha assicurato loro che Israele sta facendo tutto il possibile per liberare i loro cari. Ha detto loro: “Stiamo facendo uno sforzo reale, non per avere visibilità, ma con l’impegno di restituire tutti. Il pensiero è per tutti, lo sforzo è per tutti”.
Secondo Axios, il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ha chiesto al Dipartimento di Stato di presentare opzioni politiche sul possibile riconoscimento di uno stato palestinese dopo la fine del conflitto a Gaza. Questa richiesta indica un possibile ripensamento delle politiche degli Stati Uniti riguardo al conflitto israelo-palestinese. Secondo una fonte di Axios, alcuni membri dell’Amministrazione Biden ritengono che il riconoscimento di uno stato palestinese dovrebbe essere il primo passo nei negoziati per risolvere il conflitto.
Gli Stati Uniti hanno chiesto “cambiamenti fondamentali” all’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, prima di riprendere i finanziamenti. L’ambasciatrice americana all’ONU, Linda Thomas-Greenfield, ha dichiarato che è necessario ristabilire la fiducia dei donatori dopo che dipendenti dell’Unrwa sono stati accusati di aver preso parte all’assalto di Hamas. Thomas-Greenfield ha affermato: “Servono cambiamenti fondamentali per evitare che questo accada di nuovo”. Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha sottolineato l’importanza di mantenere il lavoro vitale dell’Unrwa per soddisfare i bisogni dei rifugiati palestinesi.
La Casa Bianca ha ufficialmente accusato la Resistenza Islamica in Iraq di aver ucciso tre militari americani nel nord della Giordania con il lancio di droni. Il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, John Kirby, ha affermato che l’attacco in Giordania è stato pianificato, finanziato e facilitato dalla Resistenza Islamica in Iraq, che comprende diversi gruppi tra cui Kata’ib Hezbollah. Queste accuse sono basate su rapporti dell’intelligence.
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