Ultimo aggiornamento il 11 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
L’uso degli smartphone e dei social media da parte dei giovani genera dibattiti accesi tra esperti e famiglie. L’idea di imporre un limite di età per questi strumenti è stata contestata da Italo Farnetani, pediatra e professore dell’Università Ludes-United Campus of Malta. Farnetani sottolinea l’importanza di gestire il tempo di utilizzo e di educare i ragazzi a un uso consapevole, piuttosto che applicare un divieto rigido. Le sue osservazioni emergono in risposta a una petizione su Change.org che chiede di vietare l’uso degli smartphone ai minori di 14 anni e dei social ai minori di 16 anni.
Smartphone e social: un approccio educativo piuttosto che il divieto
Riflessioni sulla fruizione consapevole
Il pediatra Farnetani afferma che invece di sostenere un divieto aspecifico in base all’età, è fondamentale che le famiglie e le scuole insegnino ai ragazzi un utilizzo responsabile di smartphone e social. “Non si può proibire ciò che ormai è diventato parte integrante della vita quotidiana. I social network offrono opportunità di socializzazione e di incontro”, spiega l’esperto. Durante l’infanzia e l’adolescenza, il confronto con i coetanei è vitale per comprendere le proprie emozioni e le varie fasi di crescita. Farnetani fa riferimento all’esperienza collettiva interpretata dai ragazzi durante la pandemia, dove la tecnologia ha assunto un ruolo cruciale nel mantenere i contatti.
Oltre il confronto temporaneo
Farnetani riconosce che la socializzazione avviene non solo attraverso smartphone e social. Gli adolescenti interagiscono tra loro anche negli ambienti scolastici, durante le attività sportive o nei parchi. Tuttavia, egli avverte che l’interazione virtuale non dovrebbe diventare l’unico modo di relazionarsi. È essenziale che genitori e educatori promuovano alternative valide che incoraggino i ragazzi a uscire, divertirsi e creare legami reali. “Smartphone e social non devono diventare strumenti di isolamento ma piuttosto un modo per integrare l’aggregazione sociale esistente.”
Tre consigli pratici per un uso sano dei dispositivi
Creare un dialogo aperto in famiglia
Il primo consiglio del pediatra si concentra sull’importanza della comunicazione fra genitori e figli. Farnetani sostiene che, piuttosto che nascondere il problema dell’uso dei social e degli smartphone, è fondamentale instaurare un dialogo quotidiano continuo. “Se i genitori condividono esperienze e paure, i ragazzi avranno meno timore di rivolgersi a loro in caso di necessità,” afferma Farnetani. Creare una cultura del confronto nella vita familiare offre ai giovani un sostegno prezioso nella navigazione tra le insidie e i pericoli che il mondo digitale può presentare.
Limiti e attività alternative
Il secondo consiglio punta sulla gestione del tempo. “Permettiamo l’uso dei dispositivi, ma fissiamo dei limiti di tempo e di contesto,” esorta il pediatra. È cruciale che i giovani non si rifugino nello smartphone, ma vengano incoraggiati a partecipare ad attività fisiche e sociali. Questo non solo migliora la loro salute, ma favorisce anche incontri reali con i coetanei. Farnetani mette in guardia dall’uso degli smartphone prima di dormire, evidenziando il fenomeno della cyber-insonnia. Secondo lui, è fondamentale stabilire periodi in cui i ragazzi non possano utilizzare i dispositivi, ad esempio durante i pasti o prima di andare a letto.
Educazione sull’uso consapevole dei dispositivi
Infine, il pediatra propone di istituire una “scuola di smartphone e social”. “Proprio come occorre una patente per guidare, è essenziale fornire una formazione per l’uso responsabile di questi strumenti molto potenti,” spiega. In questo contesto, i genitori devono essere i primi educatori, ma è importante coinvolgere scuole, esperti e associazioni per creare un percorso di formazione sistematico e continuo. Farnetani sottolinea l’importanza di iniziare dall’età precoce per garantire che i giovani possano fare un uso consapevole e informato di social e smartphone, diventando protagonisti della propria crescita personale.
L’approccio di Farnetani propone una riflessione integra e costruttiva su come integrare nella vita dei ragazzi strumenti indispensabili, mirando a un futuro più consapevole e responsabile.