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Peste suina africana: confermato un nuovo caso a Trecate, allerta in Piemonte e Liguria

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La Peste suina africana continua a diffondersi nel Nord Italia, con un recente caso confermato in un allevamento suinicolo a Trecate, nel novarese. Questo sviluppo solleva preoccupazioni aggiuntive per le misure di contenimento in atto nelle regioni colpite. L’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha fornito aggiornamenti in merito all’andamento della malattia tra i cinghiali e negli allevamenti.

Stato attuale della situazione in Piemonte

Casi segnalati e statistiche

Ad oggi, l’epidemia di Peste suina africana ha raggiunto numeri preoccupanti. In Piemonte, il numero di casi registrati rimane stabile a 661, ma la situazione nel vicino Liguria ha visto un incremento significativo con sei nuovi casi, portando il totale a 1.004. L’aggregazione dei dati delle due regioni segna quindi un totale di 1.665 positività.

La conferma del caso di Trecate rappresenta un ulteriore fattore di rischio, poiché si tratta di uno degli 157 comuni italiani in cui è stata registrata quantomeno una positività alla PSA. Questo è un chiaro segnale dell’estensione della malattia, dimostrando che l’allerta sanitaria deve continuare ad essere sostenuta e che le misure di controllo devono essere applicate con rigore.

Le conseguenze della PSA non riguardano solamente la salute degli animali, ma impattano anche l’economia legata all’allevamento suinicolo, costringendo gli allevatori a adottare misure drastiche per proteggere i propri animali e il mercato.

Impatto nella regione Liguria

Dati aggiornati e misure di prevenzione

La Liguria sta affrontando una situazione critica, con un numero totale di 1.004 casi di Peste suina africana confermati tra i cinghiali. Questo incremento è motivo di preoccupazione non solo per gli operatori del settore, ma anche per le autorità sanitarie locali che temono una possibile diffusione in zone limitrofe.

Le autorità competenti hanno attuato strategie di contenimento per affrontare la crisi. Tra queste, si prevede una maggiore sorveglianza nelle aree colpite e una campagna informativa rivolta agli allevatori sulle migliori pratiche da seguire per prevenire la diffusione della malattia. L’attenzione è concentrata anche sulla gestione degli habitat naturale dei cinghiali per limitare l’interazione con i suini domestici e contenere, così, la diffusione.

In aggiunta, è fondamentale il lavoro di coordinamento tra le diverse agenzie sanitarie, i ministeri competenti e gli allevatori per facilitare l’adozione di misure preventive e il monitoraggio costante della situazione epidemiologica.

Coinvolgimento delle autorità e reazioni della comunità

Risposta dalla comunità e dalle istituzioni

Il recente caso a Trecate ha generato reazioni immediate da parte delle autorità locali e regionali. La situazione è monitorata con attenzione, e sono stati convocati tavoli di lavoro con veterinari, esperti del settore e rappresentanti regionali per cercare di affrontare il problema in modo coordinato. Il Ministero della Salute e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali stanno collaborando per formulare strategie efficaci contro la diffusione della PSA.

In campo c’è anche l’impegno delle associazioni di categoria degli allevatori, che si stanno attivando per supportare i propri membri e garantire una maggiore informazione circa le procedure corrette da seguire. La comunità locale è invitata a segnalare eventuali avvistamenti di cinghiali malati o morti, in modo da aiutare le autorità nella gestione dell’emergenza.

L’obiettivo finale è ridurre al minimo i danni economici e sanitari provocati dalla Peste suina africana, proteggendo sia la salute animale sia quella pubblica, per garantire un settore agroalimentare resiliente e sicuro.

Luisa Pizzardi

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