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“Polemiche sulla trasformazione dell’osteopatia in corso di laurea: analisi approfondita dei fatti”

L’osteopatia diventa corso di laurea: una svolta storica per la professione sanitaria

Il decreto numero 1563 del primo dicembre 2023, pubblicato dal ministro dell’Università e della Ricerca, di concerto con il ministro della Salute, ha segnato una svolta importante per l’osteopatia in Italia. Questo decreto ha aggiornato gli obiettivi formativi qualificanti della classe delle lauree in professioni sanitarie della prevenzione, riconoscendo l’osteopatia come professione sanitaria autonoma. Questo traguardo è stato raggiunto grazie all’impegno di tutti gli osteopati e dei pazienti che li hanno sostenuti lungo questo percorso.

Reazioni contrastanti alla notizia

Mentre il Registro degli osteopati d’Italia (Roi) ha accolto con entusiasmo questa notizia, definendola come “il coronamento di un impegno che ha coinvolto tutti”, non tutti hanno gioito. Sui social, molti medici e divulgatori scientifici hanno sollevato la questione dell’osteopatia come pseudoscienza. Salvo Di Grazia, medico e divulgatore scientifico, ha commentato: “Da ora in poi in Italia l’osteopatia, pseudoscienza senza base scientifica né efficacia, sarà una laurea e una materia scientifica”. Questo ha sollevato un dibattito acceso tra sostenitori e critici dell’osteopatia.

La nuova normativa e le attività formative

Secondo la nuova normativa, il laureato in osteopatia sarà un professionista sanitario che si occupa di interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie nell’ambito dell’apparato muscolo-scheletrico. Sarà in grado di pianificare il trattamento selezionando approcci e tecniche esclusivamente manuali, non invasive ed esterne, nel rispetto della dignità e della sensibilità del paziente. Sarà inoltre responsabile di valutare gli esiti del trattamento.

Le attività formative della classe di laurea in osteopatia sono state integrate con nuovi insegnamenti, tra cui Storia della medicina, Bioingegneria, Medicina fisica e riabilitativa. Inoltre, sono state introdotte nuove materie caratterizzanti come Scienze tecniche mediche e applicate, Malattie dell’apparato locomotore e Scienze infermieristiche e tecniche neuro-psichiatriche e riabilitative.

Questa svolta storica per l’osteopatia in Italia rappresenta un passo avanti nella sua professionalizzazione e riconoscimento come disciplina sanitaria. Mentre alcuni rimangono scettici riguardo all’efficacia e alla scientificità dell’osteopatia, altri vedono questa nuova normativa come un’opportunità per sviluppare ulteriormente la professione e offrire un servizio di qualità ai pazienti.

Redazione

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