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Porta Sant’Andrea conquista la 146ª edizione della Giostra del Saracino ad Arezzo

La Giostra del Saracino, una delle manifestazioni più amate e storiche di Arezzo, ha visto trionfare Porta Sant’Andrea nella sua 146ª edizione. Quest’anno, l’evento ha assunto un significato speciale, essendo dedicato agli ottocento anni dalle stigmate di SAN FRANCESCO. L’atmosfera di competizione e tradizione ha coinvolto la città, attirando l’attenzione di visitatori e autorità.

La Giostra del Saracino: tradizione e competizione

La Giostra del Saracino è una rievocazione storica che affonda le radici nel Medioevo e coinvolge i quattro antichi quartieri di Arezzo: Porta Santo Spirito, Porta del Foro, Porta Crucifera e Porta Sant’Andrea. In questa manifestazione, i rappresentanti dei quartieri si sfidano per centrare un bersaglio, rappresentato da un simulacro, montando a cavallo. La competizione è contraddistinta da un forte spirito di appartenenza e comunità, poiché ciascun rione si prepara per l’evento con grande dedizione, sottolineando così l’importanza della storia e della cultura locale.

Il colpo finale della Giostra si svolge in Piazza Grande, un’area storica di Arezzo che fa da cornice a questo evento vissuto con intensa partecipazione da parte della cittadinanza. Ogni edizione della Giostra attira turisti e appassionati, contribuendo a valorizzare la cultura tradizionale aretina e a mantenere viva la memoria storica della città.

Gli eventi della giornata: dalle gare ai momenti di tensione

Durante l’ultima edizione della Giostra, i momenti cruciali si sono alternati a episodi di tensione. La presenza del vicesindaco Nikki Perez di Burbank, città gemellata con Arezzo, ha rappresentato un importante segnale di cooperazione internazionale. Insieme al sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, ha assistito entusiasta alle performance dei cavalieri. Le carriere si sono svolte in un clima di attesa e concorrenza leale.

Le quattro carriere hanno visto subito Porta Santo Spirito e Porta del Foro fuori dalla competizione, mentre Porta Crucifera e Porta Sant’Andrea si sono contese l’accesso agli spareggi. Porta Crucifera ha inizialmente guadagnato tre punti, pur subendo una penalizzazione che ha reso la battaglia ancora più avvincente. Alla fine, Porta Sant’Andrea ha trionfato, chiudendo lo spareggio con un punteggio finale di tre punti e dimostrando la grande abilità e preparazione dei suoi rappresentanti.

Tuttavia, nonostante la grande attesa e l’interesse, la giornata non è stata priva di difficoltà. Durante il corteo che precede la Giostra, ci sono stati alcuni tafferugli che hanno suscitato preoccupazione. Le forze dell’ordine sono state immediatamente mobilitate per gestire la situazione e garantire la sicurezza dei partecipanti e degli spettatori. Questo aspetto evidenzia le sfide legate a eventi di grande richiamo, dove la passione e il fervore possono talvolta sfociare in comportamenti non adeguati.

La Giostra come simbolo di unità e tradizione

La Giostra del Saracino rappresenta non solo una competizione, ma anche un simbolo di unità per la cittadinanza aretina. Ogni quartiere porta con sé una storia e una cultura che contribuiscono a dare ricchezza all’evento stesso. I momenti di rivalità si mescolano con quelli di festa, rinnovando un legame profondo di identità comunitaria.

Ogni anno, la partecipazione attiva dei cittadini, degli artisti e delle istituzioni rende la Giostra un evento unico, dove la tradizione si fonde con la modernità. Il richiamo di Porta Sant’Andrea rappresenta una vittoria non soltanto per il quartiere, ma per tutti gli aretini che continuano a perpetuare questa tradizione secolare. La manifestazione risuona con il richiamo di secoli passati, cementando il legame tra le diverse generazioni che si avvicendano nel portare avanti le loro tradizioni.

La Giostra del Saracino, con il suo carico di storia e passione, rimane un appuntamento imperdibile nel calendario culturale italiano, un evento dove il passato si intreccia con il presente, confermando la sua rilevanza nel panorama delle manifestazioni storiche.

Giordana Bellante

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