Procura Bari impugna sentenze: droga trovata nell'auto dell'amante - avvisatore.it
La Procura di Bari ha presentato un appello contro le sentenze di assoluzione dell’avvocato Gaetano Filograno e del consigliere comunale Nicola Loprieno. Il 2 ottobre scorso, la giudice Antonella Cafagna aveva assolto Filograno e prosciolto Loprieno dall’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti, sostenendo che “il fatto non sussiste”.
Secondo la giudice, Filograno e Loprieno avrebbero organizzato un complotto per far trovare cocaina nella macchina dell’allora amante di Filograno durante un controllo della Guardia di Finanza. Tuttavia, la condotta di entrambi sarebbe da considerare al massimo come simulazione di reato, ormai prescritto.
La Procura sostiene che la gup abbia valutato erroneamente tale condotta, poiché per configurare il reato di detenzione e spaccio di stupefacenti non sarebbe richiesto un “dolo specifico”, ma sarebbe sufficiente la condotta di consegna “per qualunque scopo”. Inoltre, la Procura fa riferimento a pronunce costanti della Cassazione per sostenere la propria tesi.
Secondo la Procura, la condotta di “procurare ad altri” non può che essere stata preceduta dalle condotte di acquisto, ricezione o detenzione di cocaina, che integrano la fattispecie di reato contestata. Pertanto, i pm hanno chiesto alla Corte d’Appello di riformare le sentenze, condannando Filograno (per il quale erano stati richiesti 4 anni di carcere) e rinviando a giudizio Loprieno.
La Procura ritiene che la condotta di Filograno e Loprieno non sia estranea all’evento che il testo unico degli stupefacenti intende punire, ovvero la circolazione della droga mediante cessione al consumatore, e che sia necessario tutelare i valori della salute pubblica, della sicurezza e dell’ordine pubblico. Secondo la Procura, la droga sarebbe stata posizionata nell’auto della vittima da una terza persona ancora sconosciuta.
La Procura di Bari ha chiesto alla Corte d’Appello di rivedere le sentenze di assoluzione e di condannare Filograno, oltre a rinviare a giudizio Loprieno. L’appello si basa sulla tesi che la condotta di consegna di stupefacenti “per qualunque scopo” costituisce un reato, anche senza un dolo specifico. La Procura sostiene che le condotte di acquisto, ricezione o detenzione di cocaina precedano la consegna, integrando così la fattispecie di reato contestata.
La decisione finale spetterà alla Corte d’Appello, che dovrà valutare le argomentazioni della Procura e decidere se riformare o confermare le sentenze di assoluzione.
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