Proposte correttive al Milleproroghe: pensioni medici, balneari e aiuti portuali - avvisatore.it
Archiviata la partita della manovra, alcuni dossier lasciati fuori dalla porta del provvedimento nel passaggio parlamentare potrebbero rientrare dalla finestra del decreto Milleproroghe, approvato alla fine dello scorso anno dall’esecutivo. Dalle pensioni dei medici, al nodo storico dei balneari, agli aiuti per i lavoratori portuali, non mancano le ipotesi sui correttivi su cui la Camera prima e il Senato poi potrebbero andare a parare.
Di certo la possibilità che possano arrivare modifiche non sono ridotte. Considerato che l’aula di Montecitorio è rimasta abbastanza ai margini nel percorso che ha condotto alla definizione delle misure della legge di Bilancio 2024, è probabile che “si rifaccia” con il tradizionale provvedimento di fine anno. Naturalmente, al di là dei proclami politici, ogni modifica al testo uscito dal Consiglio dei ministri dovrà fare i conti con il nodo coperture.
Un tema sui cui potrebbero arrivare novità, coperture permettendo, è quello delle pensioni dei medici. Dopo il dietrofront del governo, che in occasione della maratona in notturna del 17 dicembre in commissione Bilancio del Senato ha deciso di non presentare un emendamento che avrebbe consentito ai dirigenti sanitari o docenti universitari di andare in pensione su base volontaria a 72 anni, la proposta potrebbe ritornare sotto forma di proposta di modifica al Milleproroghe. Nei giorni del congelamento del dossier, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani aveva sottolineato che “un argomento così importante a quest’ora rischia di essere oggetto di un dibattito troppo frettoloso quindi il governo considera di ripresentarlo in un’altra occasione“. E l’occasione potrebbe arrivare, appunto, dalla conversione del Milleproroghe.
Tutti i partiti del centrodestra sono sensibili al dossier balneari. La delicata trattativa in Europa è affidata al ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. Entro il 16 gennaio il governo è chiamato a convincere la Commissione europea sul fatto che il rinnovo delle concessioni è in linea con la direttiva antitrust Bolkestein (la quale invece prevede che le concessioni debbano andare all’asta). Se i chiarimenti del Governo non convinceranno Bruxelles, la parola passerà alla Corte di giustizia europea, che potrebbe decidere di andare nella direzione di una procedura di infrazione.
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