Psicologa del caso Pifferi rifiuta di rispondere al pm, denunciando umiliazione

Psicologa indagata per falso e favoreggiamento: si avvale della facoltà di non rispondere

La psicologa Francesca De Tommasi, indagata insieme ad una collega per falso e favoreggiamento, ha scelto di non rispondere durante l’interrogatorio davanti al pm di Milano. L’accusa sostiene che De Tommasi abbia aiutato Alessia Pifferi, madre di Diana, a ottenere una perizia psichiatrica falsificando alcuni atti, tra cui un test psicodiagnostico.

La lettera di De Tommasi: angoscia e stupore per le accuse

In una lettera indirizzata ai vertici dell’ospedale San Paolo e dell’Asst, De Tommasi esprime angoscia e stupore per quello che le sta accadendo. La professionista, che ha lavorato per 30 anni nelle carceri, chiede di essere assegnata ad un’altra posizione, poiché non desidera più lavorare all’interno di penitenziari. La perquisizione a cui è stata sottoposta, che ha coinvolto anche la sua famiglia, è stata un trauma personale per lei. De Tommasi si dichiara innocente e confida che la verità verrà a galla, nonostante il forte dolore e l’annientamento che sta vivendo.

La difesa di De Tommasi: “Sono innocente su tutta la linea”

Assistita dal legale Mirko Mazzali, De Tommasi si difende dalle accuse affermando di essere innocente su tutta la linea. Non comprende i motivi per cui è stata spaventata e umiliata e si sente affranta e basita per quello che le sta accadendo. La psicologa crede che la verità verrà alla luce e chiede ai vertici dell’ospedale e dell’Asst di trovare un’alternativa per lei, poiché non desidera più lavorare all’interno dei penitenziari. La situazione che sta vivendo è fonte di forte dolore e annientamento per De Tommasi.