Renato Vallanzasca: richiesta di cure all’esterno del carcere per la mala milanese

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Renato Vallanzasca: richiesta di cure all'esterno del carcere per la mala milanese - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 10 Settembre 2024 by Giordana Bellante

Renato Vallanzasca, figura emblematiche della criminalità milanese, si trova attualmente in una situazione di salute compromessa che ha portato la procura generale di Milano a richiedere il differimento della pena per curarlo al di fuori del carcere. Questo scenario si è sviluppato durante l’udienza di oggi, alla quale ha presenziato lui stesso, attualmente detenuto presso il carcere di Bollate. La situazione clinica di Vallanzasca, afflitto da demenza, ha sollevato preoccupazioni tra avvocati e medici, portando a considerare che le sue condizioni di detenzione non siano più compatibili con il regime carcerario. Ma quali sono le circostanze che circondano questa richiesta?

La condizione clinica di Vallanzasca

Segni di decadimento cognitivo

La salute di Renato Vallanzasca ha subito un notevole deterioramento nel corso dell’anno 2023. I segnali di decadimento cognitivo sono emersi a partire da gennaio, spingendo i legali, Corrado Limentani e Paolo Muzzi, a sollecitare ripetutamente il differimento della pena. La difesa ha evidenziato che Vallanzasca non è più in grado di capire il contesto della sua detenzione e del significato della pena stessa. Questo dettaglio risulta di fondamentale importanza, poiché mette in luce come il carcere non sia attrezzato per gestire le esigenze di un detenuto con demenza. La difficoltà di esprimere un pensiero coerente ha reso la vita carceraria ancora più complessa.

In aggiunta a questa problematica, il pubblico ministero Giuseppe De Benedetto ha sottolineato l'”accertata condizione di demenza” e la conseguente “incompatibilità conclamata” di Vallanzasca con la vita carceraria. È emerso, da più fonti mediche, che il suo attuale stato di salute richiede un ambiente più adatto, in grado di fornire l’assistenza necessaria. L’idea di continuare la detenzione in carcere in queste condizioni non solo è considerata inadatta, ma rischia di aggravare ulteriormente la malattia.

La struttura residenziale per malati di Alzheimer

Accoglienza in Veneto

Nei giorni scorsi, la difesa ha ottenuto il consenso per l’accoglienza di Vallanzasca in una residenza per persone affette da Alzheimer, situata in provincia di Padova e riconosciuta come la più grande del Veneto. Questa struttura, affiliata alla Chiesa, ha già avuto modo di visitare Vallanzasca e ha confermato la gravità della sua condizione. Questa iniziativa nasce dalla convinzione che il trasferimento non sia solo una questione legale, ma anche morale: una scelta ispirata dagli imperativi di umanità e dignità.

L’avvocato Muzzi ha rassicurato che il luogo di ospitalità ha dimostrato di poter garantire condizioni di sicurezza adeguate, anche tramite verifiche da parte delle forze dell’ordine locali. La preoccupazione principale, che la detenzione carceraria possa avere un impatto debilitante sulle condizioni cliniche di Vallanzasca, è alla base della richiesta di trasferimento. Le parole del difensore riconoscono gli sforzi profusi dalla struttura carceraria stessa, che ha tentato di gestire una situazione clinica estremamente complessa, ma avverte che l’ambiente penitenziario contribuisce in modo negativo alla spirale discendente della malattia.

Il ruolo dell’udienza e le aspettative

Attesa della decisione del tribunale

Nell’udienza di oggi, Vallanzasca ha assistito al dibattito con relativa calma, accompagnato dal supporto morale di un tutore volontario. La presenza di questo “angelo custode” è stata sottolineata, poiché rappresenta una figura importante nell’accompagnare il detenuto durante il suo percorso di vita, sia dentro che fuori dal carcere. La corte dovrà ora decidere se accogliere la richiesta di differimento della pena e autorizzare il trasferimento di Vallanzasca presso la struttura residenziale di Padova.

Con le aspettative che ruotano attorno a questo caso, la decisione del tribunale della Sorveglianza non solo avrà un impatto diretto sulla vita dell’ex criminale, ma potrebbe anche sollevare interrogativi più ampi sul trattamento dei detenuti in condizioni di salute fragili. La risposta della giustizia, attesa nei prossimi giorni, sarà di fondamentale importanza nel definire il futuro di un personaggio storicamente legato alla mala milanese, la cui vita attuale è segnata dalla malattia e dall’isolamento.

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