Repressione e paura a Caracas: la testimonianza di un’italo-venezuelana e la vita quotidiana sotto il regime

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Repressione e paura a Caracas: la testimonianza di un'italo-venezuelana e la vita quotidiana sotto il regime - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 5 Settembre 2024 by Giordana Bellante

La vita a Caracas, la capitale venezuelana, è segnata da una repressione costante e dalla paura di violenze improvvise. Questa realtà è raccontata da una cittadina italo-venezuelana, G., che ha vissuto la transizione da una carriera in radio a una vita di insicurezza. La sua testimonianza offre un quadro drammatico della situazione venezuelana attuale, evidenziando i rischi quotidiani e la precarietà della libertà di espressione. In un contesto di incessanti violazioni dei diritti umani, la paura diventa la norma e le interazioni sociali sono condizionate dalla volontà di sopravvivere.

La vita sotto minaccia: paura di repressioni notturne

L’incubo degli uomini in passamontagna

Vivendo a Caracas, G. racconta di come la vita quotidiana sia segnata da una costante paura di aggressioni e violenze arbitrarie. I racconti di uomini armati e in passamontagna che irrompono nelle case durante la notte sono all’ordine del giorno. “Non posso più permettermi di scrivere date e luoghi degli appuntamenti”, confessa G., “temo che gli uomini del regime possano arrivare in qualsiasi momento”. Questa situazione ha forzato molti a cancellare messaggi, video e immagini dai propri dispositivi elettronici, impedendo loro di condividere anche i momenti più innocui della propria vita. L’impatto di questa repressione sull’esistenza di un cittadino è devastante: l’incapacità di esprimersi liberamente finisce per rendere ogni aspetto della vita un terreno minato.

Sparizioni e mancanza di giustizia

Il clima di paura non è solo una sensazione, ma diventa una realtà tangibile per le famiglie di coloro che spariscono nel nulla. Molti non sanno dove possono essere portati i loro cari, e i genitori si ritrovano a vagare nei commissariati, chiedendo notizie di persone scomparse. “Una volta c’era l’El Helicoide, il carcere noto per rinchiudere dissidenti, ma ora molte persone non vi vengono nemmeno portate”, aggiunge G.. La mancanza di trasparenza e la negazione delle autorità costituiscono un’ulteriore aggravante. Le sparizioni extragiudiziali e l’assenza di risposte ufficiali alimentano la paura palpabile nella società, rendendo impossibile un ritorno a una vita normale.

La vita quotidiana: privazioni e insicurezza

Mancanza di beni essenziali

Ma la vita a Caracas non è solo caratterizzata dalla paura politica. G. illustra anche le continue privazioni materiali che i cittadini devono affrontare. “L’elettricità è intermittente e spesso ci rimaniamo senza per ore”, racconta. Prolungate interruzioni dell’energia elettrica ostacolano la vita quotidiana e compromettono gravemente l’accesso a beni e servizi essenziali. Le medicine si deteriorano, i telefoni si scaricano e la possibilità di recarsi in un ristorante con generatore diventa un’opzione solo per chi può permetterselo.

L’istruzione in crisi

Il settore dell’istruzione non è immune da queste problematiche. G. osserva che molti bambini vanno a scuola solo due o tre volte alla settimana a causa della precarietà delle strutture e delle attrezzature. Gli insegnanti, preoccupati delle ripercussioni di qualsiasi dichiarazione contro il regime, mentono o evitano conversazioni aperte, contribuendo a un’atmosfera di silenzio e terrore. I bambini, privati di un’istruzione regolare, crescono in un ambiente di incertezze, e la speranza per il futuro diventa un lusso inaccessibile per molti.

Manifestazioni e repressione: il regime alla prova

Una resistenza silenziosa

Nonostante il clima di paura, la resistenza popolare è ancora presente nelle strade di Caracas. G. riferisce delle manifestazioni contro il regime, durante le quali gli spari si sentono in lontananza. “Il regime usa paramilitari stranieri per reprimere le proteste, agendo al di fuori di ogni legalità”, avverte. Gli scontri tra le forze governative e i manifestanti sono diventati frequenti, e la violenza legata alle manifestazioni mette a rischio non solo chi partecipa attivamente, ma chiunque si trovi nelle vicinanze.

L’ipocrisia del regime

A contrastare l’immagine di uno stato in crisi, alcuni membri del regime continuano a mostrare uno stile di vita sontuoso, pranzando nei ristoranti di lusso. La dissonanza tra le promesse del socialismo bolivariano e la realtà vissuta dai cittadini è evidente e provoca ire e sfiducia tra la popolazione. Molti venezuelani, incluso G., si sentono traditi e delusi, e alcuni che in passato sostenevano Chávez si trovano ora a prendere le distanze da Maduro.

Nella comunità venezuelana di Milano, le esperienze simili si riflettono nel silenzio collettivo: molti evitano di parlare per paura delle conseguenze su chi è rimasto nel paese. La situazione a Caracas è un dato di fatto drammatico che merita attenzione internazionale, per fermare questa spirale di violenza e repressione e restituire voce a chi da troppo tempo vive nel terrore.

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