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Rischio paralisi: 1500 autobus in servizio nelle città rischiano il fermo

Millecinquecento autobus a rischio tagliola: l’appello delle associazioni

Millecinquecento autobus che operano nelle città italiane potrebbero essere messi fuori servizio a causa delle norme ambientali europee. L’allarme è stato lanciato da Anav (Confindutria) e Asstra (Confservizi), che hanno rivolto un appello al governo affinché intervenga prima della scadenza del 1 gennaio, quando entrerà in vigore il divieto di circolazione per gli autobus Euro 2. Secondo le associazioni che rappresentano le aziende di trasporto pubblico locale, la normativa in vigore comporterà una riduzione di circa 70 milioni di chilometri all’anno, pari al 4,5% dell’offerta complessiva annua di trasporto pubblico. Alcune regioni potrebbero subire riduzioni fino al 10% a causa del numero più elevato di autobus Euro 2 in circolazione.

L’impatto ambientale e la richiesta di proroga

Secondo il presidente di Anav, Nicola Biscotti, il trasporto pubblico locale con autobus ha un’impronta ambientale trascurabile e contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 dell’1,7% grazie al passaggio dalla motorizzazione privata. Pertanto, il divieto di circolazione degli autobus Euro 2 non ha senso dal punto di vista ambientale. Le associazioni chiedono una proroga per consentire alle imprese di sostituire i veicoli, ma assicurano che entro il 2024 il processo di rinnovamento sarà completato. Il presidente di Asstra, Andrea Gibelli, sottolinea che le aziende di trasporto pubblico stanno facendo investimenti straordinari per rinnovare il parco autobus con mezzi a zero emissioni, per un totale di oltre 8 miliardi di euro fino al 2033. Tuttavia, le aziende acquistano i veicoli e non li producono, quindi sono soggette a rallentamenti dovuti alla carenza di materie prime e alla necessità di adeguare le gare d’appalto alla dinamica inflattiva causata dalla crisi energetica attuale.

Il rallentamento nella sostituzione del parco bus e la richiesta di intervento

La richiesta di proroga degli autobus Euro 2 è stata presentata al governo e alle regioni, sulla scia della proroga già concessa per gli autobus Euro 3 durante la conversione in legge del decreto legge 132/2023. Ora spetta all’esecutivo e agli enti locali prendere una decisione in merito. La situazione è complicata dalla lentezza nella sostituzione del parco autobus, dovuta alla carenza di materie prime e alla necessità di aggiornare le gare d’appalto per adeguarle all’attuale crisi energetica. Le associazioni sperano che il governo e le regioni intervengano per evitare che 1500 autobus vengano messi fuori servizio, compromettendo così l’offerta di trasporto pubblico nelle città italiane.

Redazione

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