Benessere
Rispediti al mittente i referendum sull’Eutanasia e la Cannabis: errore o pelo nell’uovo?
Il referendum sull’eutanasia ha raccolto più di un milione e 200 mila firme, quello sulla cannabis 630 mila, 500 mila delle quali raccolte in una settimana grazie alla firma digitale: ma secondo la Corte Costituzionale e il suo presidente Giuliano Amato questi violerebbero le norme Costituzionali.
Infatti, nella giornata del 15 febbraio, la Corte Costituzionale si è espressa in merito ai referendum abrogativi promossi dall’Associazione Luca Coscioni, e che ha decretato inammissibile il referendum sull’Eutanasia: “il referendum avrebbe concesso l’omicidio del consenziente in molti più casi rispetto a quelli limitati alle persone affette da malattie incurabili” – ha affermato Giuliano Amato
Quindi, mentre il Parlamento ancora non accenna a voler affrontare la questione e riaprire la discussione su una legge ferma da anni, la decisione di una situazione così delicata come l’eutanasia è stata lasciata in balia di uno dei pochi strumenti utili ai cittadini: il referendum abrogativo, infatti il referendum è una fonte autonoma del diritto, che rappresenta l’unica strada formale e perfettamente legale per sopperire alla paralisi del Parlamento.
Stessa sorte per quanto riguarda il referendum abrogativo sulla Cannabis dove lo stesso Amato ha dichiarato l’inammissibilità: “Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti” ha commentato il presidente della Consulta Giuliano Amato, in conferenza stampa, spiegando la bocciatura del quesito. Per i giudici, nel testo “si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali”.
Ma la risposta di Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, non è tardata ad arrivare: “Errore sulle tabelle? No, il clamoroso errore è di Giuliano Amato. Ha affermato il falso. Non sono stati nemmeno in grado di connettere correttamente i commi della legge sulle droghe. Un errore materiale che cancella il referendum“. E poi ha aggiunto: “Non è stato letto correttamente il combinato disposto degli articoli che invece secondo noi riguarda esattamente la cannabis […] Il danno vero è inferto alla credibilità delle istituzioni democratiche”.