L’arresto in flagranza nei pressi di Ponte Sisto. Il 26enne prendeva ordini su Telegram e accettava carte e bancomat per le consegne.
Spacciava cocaina in auto, accettava pagamenti con il pos e gestiva gli ordini via Telegram e WhatsApp. Un romeno di 26 anni è stato arrestato dalla polizia in zona Trastevere, mentre stava per concludere una consegna. Gli agenti lo hanno bloccato durante lo scambio con un cliente, che aveva appena pagato 30 euro in contanti per una dose di cocaina. All’interno del veicolo sono state trovate altre 13 dosi pronte per la vendita e un terminale per pagamenti elettronici.
La scena si è chiusa a pochi metri da Ponte Sisto, nel cuore della movida romana. Gli agenti del commissariato hanno notato un’auto a noleggio parcheggiata in doppia fila. Alla guida, un uomo che smanettava sul telefono. I poliziotti hanno deciso di osservarlo. Dopo pochi minuti, il giovane ha inviato foto e posizione in tempo reale a un contatto. È bastato attendere.
Quando un altro uomo si è avvicinato al veicolo e ha aperto lo sportello lato passeggero, è scattato l’intervento. Gli agenti hanno aperto contemporaneamente entrambi gli sportelli cogliendo pusher e acquirente in flagranza, con la bustina già consegnata e i soldi in mano. La dose era inferiore al grammo. Ma dentro l’abitacolo c’erano altre 13 bustine nascoste nel vano portaoggetti.
Durante la perquisizione è emerso anche un dettaglio insolito: un terminale pos perfettamente funzionante, pronto a leggere carte e bancomat. Il cliente fermato ha confermato che la comunicazione con il venditore avveniva su Telegram e che era possibile scegliere anche il metodo di pagamento.
Il 26enne è stato portato in commissariato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Tutto il materiale è stato sequestrato, comprese le 13 dosi, il telefono e il pos. L’auto a noleggio è risultata regolarmente affittata con carta prepagata. Non sono emersi precedenti gravi, ma il sistema di consegna e pagamento era strutturato, con modalità da delivery urbano a chiamata.
Le indagini ora puntano a ricostruire la rete di contatti e le modalità operative del pusher, che agiva in autonomia ma con una gestione digitale evoluta. Non sono esclusi legami con altre piazze di spaccio attive nel centro storico.
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