Il candidato europeista Nicusor Dan vince a sorpresa le elezioni presidenziali in Romania. Sconfitto il nazionalista George Simion. Migliaia in piazza a Bucarest, mentre Mosca critica il voto.
La Romania ha scelto l’Europa. Con il 54,3% dei voti, Nicusor Dan, sindaco di Bucarest ed esponente civico, ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali, battendo George Simion, leader del partito ultranazionalista Aur, fermo al 45,6%. Dopo aver inizialmente contestato gli exit poll, Simion ha poi riconosciuto la sconfitta: “Questa era la volontà del popolo rumeno. Mi congratulo con Nicusor Dan”, ha dichiarato.
A Bucarest, migliaia di persone sono scese in piazza per festeggiare il risultato, sventolando bandiere romene ed europee. Dan, raggiungendo i suoi sostenitori, ha detto: “Questa è la vostra vittoria. La società rumena ha dimostrato qualcosa di straordinario”. E ha aggiunto: “Rispetto per chi ha fatto una scelta diversa. Ora dobbiamo costruire insieme, anche con la diaspora”.
I cori dei manifestanti parlano chiaro: “Nikusor, Nikusor”, “Europa, Europa” e “Russia, non dimenticare: la Romania non è tua”.
Quella romena è stata una tornata elettorale seguita da tutta l’UE, dopo che la Corte Costituzionale aveva annullato il primo turno del 2024, in cui era in vantaggio il candidato filo-russo Calin Georgescu, escluso per presunte interferenze di Mosca.
Anche nel ballottaggio, le autorità hanno denunciato campagne di disinformazione su Telegram e social, definite “tentativi di manipolazione del voto”. Ma l’appello alla partecipazione e alla difesa dei valori europei lanciato da Bruxelles e diverse capitali ha mobilitato l’elettorato: l’affluenza è aumentata di oltre due punti percentuali rispetto al primo turno.
Al primo turno Simion aveva superato il 40%, mentre Dan si era fermato al 20,9%. In sole due settimane, però, ha saputo catalizzare il sostegno dell’area europeista, unendo centrodestra, liberali e parte del centrosinistra. Economista, civico, esperto di finanze, Dan ha convinto con un programma che guarda all’integrazione europea e al rilancio della democrazia liberale.
Non si è fatta attendere la reazione russa. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito le elezioni “come minimo strane”, puntando il dito sull’esclusione del filo-russo Georgescu: “È stato rimosso con la forza”, ha dichiarato, secondo l’agenzia Interfax.
Dall’Europa arrivano i primi commenti: “La Romania è tornata”, ha dichiarato l’eurodeputato del PPE Sigfried Mureșan. “Hanno perso Meloni e l’estrema destra”, ha attaccato Sandro Gozi di Renew. Il voto romeno si inserisce nel quadro del “Super Sunday” europeo, che ha visto elezioni anche in Polonia e Portogallo, con scenari in parte simili: ascesa dei centristi e resistenza europeista all’ultradestra.
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