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Rubio informa Netanyahu: in Israele sono giunte potenti bombe americane

La recente fornitura di munizioni a **Israele** ha suscitato un notevole interesse internazionale, in particolare per il suo significato strategico nel contesto delle relazioni tra **Stati Uniti** e **Israele**. Nella notte, il ministero della **Difesa** israeliano ha confermato l’arrivo di un carico di **bombe Mk-84**, sbloccato dall’amministrazione **Trump**. Questa operazione avviene in un momento cruciale, coincidente con la prima visita in **Israele** del segretario di Stato americano, **Marco Rubio**.

Arrivo delle munizioni Mk-84

Nella notte del 16 febbraio 2025, **Israele** ha ricevuto una fornitura di **1.800 bombe Mk-84**, pesanti circa **900 chilogrammi** ciascuna. Questa consegna era stata precedentemente bloccata dall’amministrazione **Biden** lo scorso maggio, in risposta alle operazioni militari israeliane contro **Hamas** nella **Striscia di Gaza**. Il ministro della **Difesa** israeliano, **Israel Katz**, ha sottolineato l’importanza di queste **munizioni**, definendole un “asset significativo” per le **Forze di Difesa israeliane** (**IDF**) e un chiaro segno della robusta alleanza tra **Israele** e **Stati Uniti**. **Katz** ha dichiarato che la fornitura rappresenta un passo importante nel rafforzare le capacità operative dell’aeronautica israeliana.

La revoca delle restrizioni da parte dell’amministrazione **Trump** ha riacceso il dibattito sulle politiche di armamento e sull’impatto di tali decisioni nella regione. La consegna delle **munizioni** è stata accolta con favore da parte del governo israeliano, mentre ha sollevato preoccupazioni tra le organizzazioni per i diritti umani e i critici delle operazioni militari israeliane. La tempistica di questo invio, in concomitanza con l’aumento delle tensioni nella **Striscia di Gaza**, ha portato a interrogativi su come questi **armamenti** verranno utilizzati e sulle conseguenze che potrebbero derivarne.

Visita di Marco Rubio in Israele

Il segretario di Stato americano, **Marco Rubio**, è atterrato all’aeroporto **Ben Gurion** il 15 febbraio 2025, dando inizio a un tour diplomatico in **Medio Oriente**. Questa visita segna un momento significativo nelle relazioni tra **Stati Uniti** e **Israele**, poiché **Rubio** si è recato a **Gerusalemme** per colloqui con il primo ministro **Benjamin Netanyahu**. Durante gli incontri, i due leader hanno discusso della proposta del presidente **Donald Trump** di assumere il controllo della **Striscia di Gaza**, un tema che ha suscitato un ampio dibattito sia a livello locale che internazionale.

**Rubio** ha espresso l’intenzione di rafforzare le relazioni bilaterali e di affrontare le sfide regionali, compresa la questione della sicurezza e la lotta contro il terrorismo. La visita del segretario di Stato è vista come un’opportunità per riaffermare l’impegno degli **Stati Uniti** nei confronti di **Israele**, specialmente in un periodo di crescente instabilità nella regione. La sua presenza a **Gerusalemme** è stata accolta con attenzione, poiché rappresenta un segnale chiaro della volontà americana di sostenere il governo israeliano in un contesto geopolitico complesso.

Raid aereo israeliano a Gaza

Mentre si svolgevano le discussioni diplomatiche, le **forze di difesa israeliane** hanno confermato di aver effettuato un **raid aereo** nel sud della **Striscia di Gaza**. L’operazione, avvenuta il 16 febbraio 2025, ha avuto come obiettivo presunti “uomini armati” che si avvicinavano alle forze israeliane. Secondo fonti palestinesi, due agenti di polizia sono stati uccisi durante il **raid**, mentre un terzo è rimasto ferito. L’operazione è stata condotta nella zona di **al-Shawka**, a est di **Rafah**, dove si stava svolgendo una consegna di aiuti umanitari.

Le notizie riguardanti il **raid** hanno suscitato reazioni contrastanti, con i media israeliani che hanno riportato l’operazione come una misura necessaria per garantire la sicurezza delle forze armate. Tuttavia, le organizzazioni palestinesi e i gruppi per i diritti umani hanno condannato l’azione, sottolineando il rischio di escalation del conflitto e l’impatto sulle popolazioni civili. Questo episodio evidenzia le tensioni persistenti nella regione e la complessità della situazione, in cui le operazioni militari si intrecciano con le dinamiche politiche e diplomatiche in corso.

Francesca Monti

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