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Selvaggia Lucarelli: Tra Crepacuore e NoVax. L’impegno in Prima Linea della Giornalista e Scrittrice Senza Paura
Selvaggia Lucarelli: Tra Crepacuore e NoVax, L’impegno della Giornalista e Scrittrice Senza Paura
Selvaggia Lucarelli sembra divisa, oggi, tra Crepacuore e lotta ai NoVax. Ma la sua storia parte da più lontano e queste sono solo le ultime tra le cause che per cui si è spesa. Senza paura di denunciare poteri forti e di scomodare temi caldi.
Eppure sembra sempre doversi difendere. Forse perché il suo è un impegno non politicizzato e non elitario.
Il suo è un impegno da cittadina che mette a servizio di più cause la sua professionalità e la sua immagine.
Lo diceva, però, giustamente durante l’intervista a Piazza Pulita lei stessa: le aggressioni subite da giornalisti, uomini, sono sempre state condannate senza riserve. I giornalisti uomiini, in prima linea, non hanno mai dovuto spiegare che non stavano provocando ma che svolgevano semplicemente il proprio lavoro. Dichiara la Lucarelli:
La verità è che il famoso motto ‘aveva la minigonna’ in questo caso sia ‘diventato aveva la minicam’. cioè se l’è cercata.
Sembra che la giornalista debba imbattersi ed in qualche modo confutare il doppio pregiudizio: di essere una vera giornalista, di trattare dei veri temi impegnati e di doverlo fare essendo una donna. L’ottimo Formigli, che ha il merito di averle dato voce dopo l’aggressione a Circo Massimo, poco lascia spazio a questo spunto su cui si sofferma invece giustamente Selvaggia Lucarelli;
Qui ci si scaglia contro una giornalista ed una scrittrice che subisce l’aggressione della pubblica piazza da un decennio almeno; perché deve dimostrare di essere giornalista e non blogger o influencer (sebbene abbia pubblicato articoli sulla maggior parte delle testate che i giornalisti ‘impegnati’ possono solo leggere); perché deve dimostrare e di essere una cronista impegnata nelle denunce di piaghe sociali.
E questo sempre convivendo con il costante bieco insulto da parte degli haters che popolano i suoi profili.
Pare, infatti, che in Italia non si possa partecipare ad un reality o essere opinionista in un programma di prima serata Raiuno, e contemporaneamente essere una cronista, scrittrice, portavoce di tematiche sociali.
Invece la Lucarelli, che gode di un seguito di oltre un milione di follower sul suo profilo Instagram, di battaglie ne ha raccontate e combattute sempre molte; unendo al suo talento nello scrivere con disincanto e sarcasmo anche le vicende più crude, l’impegno per combattere i tentativi di aggirare regole e le eggi del vivere civile.
Fu di fondamentale importanza la sua presa di posizione al fianco di Vittime di aggressione, come nel caso di Valentina Pitzalis.
Nel 2016 fu tra le prime a denunciare le falle della categoria dei tassisti, come il mancato utilizzo del pos sul mezzo o il tentativo di non rispettare la tariffe minime sulle corse per gli aeroporti.
Schierata da sempre al fianco delle Vittime di Revenge Porn e di Bullismo, e oggi in prima linea nel rendere pubblica la sua esperienza di Dipendenza Affettiva.
Inizialmente la sua personale esperienza era emersa durante una bella intervista con Daria Bignardi. A seguito del grandissimo successo di quella intervista, soprattutto in rete, ci furono altri due incontri con Daria Bignardi sempre per approfondire la tematica della dipendenza affettiva.
La Lucarelli pensò quindi di condividere con un podcast alcune delle tante storie che aveva ricevuto come testimonianza di quanto vero e diffuso fosse il fenomeno di cui era stata lei stessa Vittima.

“Proprio a Me” Il Podcast di Selvaggia Lucarelli che racconta la dipendenza affettiva

Le Otto Puntate del Podcast “Proprio A Me” dedicato ai racconti di Dipendenze Affettive
E siamo quindi ai giorni nostri. La storia di dipendenza affettiva di Selvaggia Lucarelli diventa un libro, Crepacuore, uscito per Rizzoli il 16 Novembre.

Crepacuore, Rizzoli
di Selvaggia Lucarelli
Durante la presentazione romana di Crepacuore, alla Galleria Alberto Sordi, la Lucarelli dichiara “quando ho raccolto le testimonianze di tutte le storie di dipendenza affettiva tra cui ho poi scelto le otto che hanno composto il mio podcast, mi sono accorta che ad un certo punto in tutte tornava la parola morte. Ogni protagonista di queste vicende ad un certo punto alludeva alla morte. E la stessa cosa era accaduta a me, nella storia che racconto in questo libro. Quando ci ripensavo, alla me che vedeva la morte come via di uscita da quella situazione, immaginavo di ricordare quei giorni forse romanzandoli troppo, e che forse era un ricordo esasperato. Invece è proprio quanto accade a chi è vittima di dipendenza affettiva, pensare di morire”
Ed è la Criminologa Roberta Bruzzone, presente sul palco con l’autrice, a rafforzare questa tesi: “Le Vittime di Dipendenza Affettiva, e quindi di manipolazione, vivono come in un costante stato di crisi di astinenza da eroina. Che le sfianca, le rende preda di angoscia perenne e le porta a desiderare di morire, o anche ad ammalarsi”

Roberta Bruzzone e Selvaggia Lucarelli durante la presentazione romana di Crepacuore

Roberta Bruzzone e Selvaggia Lucarelli durante la presentazione romana di Crepacuore
Assistendo a questo dibattito si capisce chiaramente come l’autrice abbia colto nel segno con la scelta del tema da trattare, sicuramente molto semplificato e che poi corre il rischio di diventare troppo stereotipato alla mercé dell’opinione pubblica. Ma certamente Selvaggia Lucarelli ha, ancora una volta, acceso una luce su una piaga sociale, sulle relazioni tossiche, malsane e che sono il principio di quello che molte volte diventa un vero e proprio Femminicidio
Selvaggia Lucarelli ha sicuramente il merito di accendere queste luci utilizzando tutte le frecce a sua disposizione: social network, cultura pop, televisione, stampa digitale, carta.
Questo la rende una top player della nostra informazione e che si può permettere, e vantare, di usare MiniCam e, benvenga, Minigonna