Selvatica per natura: il progetto di tre donne per la valorizzazione della biodiversità in Tuscia - Occhioche.it
Un’iniziativa innovativa e profondamente radicata nel territorio della Tuscia è stata concepita da tre donne unite da una passione comune per la natura e la sostenibilità. Federica Albanese Ruffo, Silvia Grilli e Sascia Trevisan hanno dato vita a “Selvatica per Natura“, un progetto che si propone di unire agricoltura rigenerativa e cultura del foraging, attraverso la produzione di conserve e prodotti artigianali. Grazie alla loro esperienza e al forte impegno per il rispetto dell’ambiente, hanno creato una rete di scambio e di valorizzazione delle risorse locali. Infine, si è unita al progetto la fotografa milanese Giulia Bersani, che contribuisce con la sua visione artistica.
Le fondatrici di “Selvatica per Natura” si sono incontrate in un contesto di condivisione e interesse per il cibo sano e per una vita in armonia con l’ambiente. Federica con il suo background in agricoltura, Silvia e la sua passione per la panificazione, e Sascia, esperta in foraging, si sono riunite per dare vita a un marchio che non è solo un insieme di prodotti, ma un vero e proprio manifesto di valori e ideali legati alla sostenibilità, all’ecologia e alla tradizione culinaria.
Il progetto si sviluppa nella Tuscia, un’area ricca di biodiversità, dove ogni fondatrice trae ispirazione dal proprio territorio. L’idea di “Selvatica per Natura” nasce dall’esigenza di riscoprire il legame tra l’uomo e la natura, promuovendo una visione della terra come un luogo di scambio e collaborazione piuttosto che come semplice riserva di risorse.
Il nome stesso del progetto è ispirato a versi di Alda Merini, simbolo di una connessione profonda con la natura. Così, il marchio diventa anche un modo per celebrare l’aspetto femminile del lavoro agricolo e della produzione artigianale, rompendo gli schemi stereotipati e riscoprendo l’autenticità di antichi saperi.
Federica Albanese Ruffo, l’anima del progetto, gestisce una piccola fattoria di 3 ettari a Bagnoregio, conosciuta con il nome di Matilde coltiva. Qui, Federica produce ortaggi, olio e allevamento di animali da cortile, tutto sotto l’ottica dell’agricoltura biologica. La sua carriera è iniziata nel campo dell’architettura, ma, spinta da una forte vocazione per il ritorno alla campagna, ha intrapreso una nuova strada nella sostenibilità.
Federica sottolinea l’importanza di trasformare i prodotti freschi in un valore tangibile, allontanandosi dal semplice atto del consumo. La sua esperienza si intreccia con le ricette tradizionali di famiglia, che riflettono le origini calabresi. La scelta di combinare ortaggi e piante selvatiche fa parte della sua ricerca per creare un’offerta unica, che unisce tradizione e innovazione.
L’approccio di Federica si concentra su una produzione consapevole, che rispetta le stagionalità e i cicli della natura. Nel suo lavoro, Federica pone particolare attenzione all’aspetto nutrizionale e al valore sensoriale del cibo, trasmettendo un messaggio di rispetto e amore verso la natura.
Sascia Trevisan, 31 anni e originaria di Calcata Vecchia, è un’esperta di foraging che ha dedicato gran parte della sua vita alla raccolta e valorizzazione delle piante spontanee. Dopo una laurea in Scienze forestali e aver frequentato l’Accademia delle arti erboristiche di Roma, Sascia ha deciso di orientarsi verso il campo del foraging, impegnandosi a insegnare e sensibilizzare al riconoscimento delle erbe selvatiche.
I suoi insegnamenti si basano non solo sulla raccolta, ma anche sulla preparazione e l’utilizzo dei prodotti nei piatti. L’approccio di Sascia è particolarmente attento alla sostenibilità e al rispetto della natura. È fondamentale, secondo lei, informare e formare sulle pratiche di raccolta responsabile, per tutelare sia l’ambiente che la salute di chi consuma.
Sascia collabora con diversi chef e ristoranti, condividendo le sue conoscenze e contribuendo alla creazione di piatti che esaltano le varietà locali. Le sue consultazioni si estendono anche a progetti di lunga durata, come l’imbarcazione Edipo Re a Venezia, dove il cibo diviene un mezzo per raccontare storie legate alla cultura gastronomica italiana. La sua voce etica e consapevole è una delle colonne portanti di “Selvatica per Natura“, con particolare attenzione al valore del selvatico e alla compensazione che si deve al territorio.
Silvia Grilli, originaria di Scansano, ha ritrovato nella panificazione una vera vocazione. Attualmente vive e lavora a Valentano, dove gestisce il “Forno agricolo Lievicellule“. Mantenendo vivi i metodi tradizionali, Silvia produce pane su ordinazione, utilizzando grani antichi e varietà di cereali poco comuni, come il Gentilrosso e il monococco.
La sua passione per l’arte del pane non è solo legata agli ingredienti, ma anche alla storia e alla cultura etrusca. Silvia ha avviato il progetto Auguralia, un’iniziativa che reinterpreta i pani rituali etruschi, offrendo un assaggio della storia gastronomica delle antiche popolazioni del Lazio.
Attraverso il suo lavoro, Silvia cerca di comunicare l’importanza di una panificazione autentica e naturale, facendo eco alla missione di “Selvatica per Natura“. Silvia ha anche sperimentato l’uso di ingredienti particolari come farine derivate da licheni e ghiande, intuito dal passaggio di conoscenze ancestrali.
Il marchio “Selvatica per Natura” ha già sviluppato una gamma di prodotti artigianali, sebbene la distribuzione sia attualmente limitata. Presso le botteghe di Federica e Silvia, è possibile trovare conserve, marmellate, pesti e biscotti, il tutto realizzato con ingredienti freschi e selezionati. Particolare attenzione è dedicata all’aspetto visivo, con etichette disegnate da artiste che celebrano la bellezza del corpo femminile.
Oltre a ristoranti e mercati locali, i loro prodotti possono essere acquistati in alcuni negozi a Roma, ed è previsto un ampliamento della disponibilità anche online. Tra le delizie offerte ci sono il pesto di basilico e menta, le conserve di castagne e resina di abete rosso, oltre a specialità come biscotti selvatici e sott’oli con ingredienti molto apprezzati.
“Selvatica per Natura” rappresenta quindi un esempio eccezionale di come il lavoro di tre donne possa trasformare la visione di una comunità, ricollegando le persone alla terra e ai suoi doni. I passi futuri del progetto garantiranno una diffusione sempre maggiore della loro filosofia: la fusione tra tradizione e innovazione come chiave per un futuro sostenibile.
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