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Sequestro di 36 opere attribuite a Picasso: unico imputato il collezionista Marcello Santelia

Lunedì 22 aprile, presso il tribunale di Roma, si svolgerà l’udienza preliminare sulla vicenda del sequestro di 36 opere attribuite a Pablo Picasso, avvenuto a Salerno nel gennaio 2018 da parte dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Le opere, ritenute dalla Procura di Roma contraffatte, appartengono a Marcello Santelia, un collezionista di Nocera Inferiore, il quale è l’unico imputato nel processo. Il pubblico ministero Santina Lionetti ha chiesto il rinvio a giudizio per Santelia, accusandolo di detenzione di opere contraffatte e ricettazione.

La scoperta delle opere e il sequestro

La storia delle 36 opere attribuite a Picasso ha inizio alla fine del 2017, quando Marcello Santelia, desideroso di vendere uno dei quadri a Dubai, richiese l’autorizzazione all’esportazione al Ministero della Cultura. Il Ministero, a sua volta, si rivolse alla Fondazione Picasso per ottenere un parere sulla genuinità dell’opera. Tuttavia, gli esperti della Fondazione dichiararono il quadro un falso, con firma apocrifa del celebre pittore spagnolo.

‘indagine e l’accusa di detenzione di opere contraffatte e ricettazione

A seguito del sequestro, la Procura di Roma avviò un’indagine sul caso, che portò all’accusa per Marcello Santelia di detenzione di opere contraffatte e ricettazione. Secondo l’accusa, il collezionista avrebbe dovuto essere consapevole della non autenticità delle opere, dal momento che queste non erano mai state esposte in pubblico né sottoposte a perizie da parte di esperti d’arte.

‘udienza preliminare e le possibili conseguenze per il collezionista

‘udienza preliminare, fissata per il 22 aprile presso il tribunale di Roma, sarà l’occasione per esaminare le prove raccolte dalla Procura e per valutare se vi siano gli estremi per procedere a giudizio contro Marcello Santelia. In caso di rinvio a giudizio, il collezionista rischia una condanna per detenzione di opere contraffatte e ricettazione, reati che prevedono pene severe, fino a otto anni di reclusione.

‘interrogativo rimane aperto: cosa riserverà il destino per il collezionista e per le opere attribuite a Picasso?

Francesca Monti

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