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Sequestro di 43 immobili abusivi a Castel Volturno: clan Belforte coinvolto in una enclave

Un’indagine condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere ha svelato un caso di abusivismo edilizio a Castel Volturno, dove un gruppo vicino al clan Belforte ha creato un vero e proprio villaggio vacanze composto da villette costruite illegalmente. Questo sequestro, che coinvolge immobili situati su suolo demaniale, sta attirando l’attenzione pubblica e istituzionale, ponendo l’accento su una problematica di abusivismo diffuso e su un sistema di controllo carente.

Il villaggio abusivo del clan Belforte a Castel Volturno

Le villette illegali e la loro genesi

A Castel Volturno, in località Bagnara, sono state rinvenute 43 villette abusive, costruite a partire dal 1980 senza le necessarie autorizzazioni. L’area, di proprietà demaniale e soggetta a vincoli, ha visto la proliferazione di costruzioni realizzate da membri del clan Belforte, noto per la sua rilevanza nella criminalità organizzata della zona. L’indagine ha rivelato che tra gli occupanti ci sono familiari diretti dei capi del clan, Salvatore e Domenico Belforte, attualmente in carcere.

Le villette, inizialmente costituite da container, si sono evolute nel tempo in strutture in muratura, rendendo più difficile il controllo da parte delle autorità. È inquietante notare come tali edifici siano stati costruiti senza alcuna denuncia, compresa quella da parte degli enti locali, ai quali competerebbe il compito di vigilare sulla legalità delle costruzioni in aree sottoposte a vincolo.

Le operazioni di sgombero e il ruolo delle autorità

Il gruppo di lavoro composto dai Carabinieri di Mondragone e dalla Guardia Costiera di Pozzuoli ha eseguito operazioni di sgombero mirate, identificando circa 65 persone, di cui una ventina appartenenti alla famiglia Belforte, che occupavano le villette sotto sequestro. L’operazione ha avuto un forte impatto, dal momento che ha portato a una maggiore consapevolezza tra i cittadini riguardo ai problemi del tirocinio e dell’illegalità territoriale.

Il sequestro preventivo è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari, segnando un passo significativo nella lotta contro l’abusivismo edilizio e le connessioni che spesso intercorrono tra le strutture legali e quelle illecite. Questa azione sulla costa campana rappresenta un forte messaggio di fermezza della Procura nei confronti delle attività illecite che minacciano il territorio.

Impatto socio-economico e risposta della comunità

Le conseguenze dell’abusivismo edilizio

L’abusivismo edilizio non solo provoca danni ambientali, ma ha anche ricadute economiche significative. Le case non autorizzate contribuiscono alla degradazione della qualità della vita in una zona turistica, influenzando negativamente l’immagine di Castel Volturno e, di riflesso, le attività commerciali legate al turismo. La presenza di strutture abusive riduce il valore delle proprietà legittimamente costruite, creando tensioni tra i residenti e i turisti che scelgono di visitare la località.

Le istituzioni locali hanno l’opportunità di intervenire, facendo fronte unico contro l’abusivismo attraverso controlli più severi e campagne di informazione. L’operazione della Procura di Santa Maria Capua Vetere ha avuto come obiettivo anche quello di sensibilizzare i cittadini rispetto alla questione, facendo capire loro che l’illegalità non è più tollerata.

La reazione della cittadinanza e i prossimi passi

La risposta della comunità locale è stata variegata. Molti cittadini si sono dichiarati soddisfatti del fatto che si stia affrontando la questione degli abusi edilizi, preoccupati per le conseguenze sull’ambiente e sul decoro urbano. Tuttavia, ci sono anche voci critiche che avvertono del rischio di una stigmatizzazione della zona intera, considerata già problematica per presenza di fenomeni criminali.

In termini di sviluppo futuro, ci si attende una collaborazione tra le forze dell’ordine, le istituzioni locali e la comunità, con l’obiettivo di creare un ambiente più sicuro e legale, incentivando nello stesso tempo il turismo sostenibile attraverso interventi mirati di riqualificazione e legalizzazione di aree precedentemente abbandonate all’illegalità.

Luisa Pizzardi

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