Sindaco di Avellino accusato di corruzione, tenta di far sparire le prove: indagini e sviluppi dell'inchiesta - Occhioche.it
Il sindaco di Avellino Gianluca Festa si trova al centro di un’inchiesta per corruzione, con l’aggravante dell’accusa di peculato. Secondo gli inquirenti, Festa avrebbe tentato di far sparire il proprio computer dall’ufficio, per nascondere le prove relative alle accuse mosse contro di lui. Le indagini, avviate tramite intercettazioni audio e video, hanno portato alla luce nuovi dettagli sull’operato del primo cittadino, che ora si trova in carcere.
L’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti del sindaco di Avellino, Gianluca Festa, fa luce su un episodio che ha destato scalpore: l’utilizzo di un personal computer per le attività quotidiane da parte del primo cittadino, e il successivo tentativo di far sparire tale dispositivo. Le intercettazioni audio e video, eseguite nell’anticamera e all’interno dell’ufficio del sindaco, mostrano infatti Festa impegnato a scollegare e nascondere il computer, di proprietà del Comune.
Le immagini registrate mostrano il sindaco intento a scollegare il computer dalle prese cui era collegato, per poi tentare invano di aprirlo e rimuovere alcune parti dell’hardware, avvalendosi di strumenti di fortuna. Non riuscendo nel proprio intento, Festa ripone il dispositivo all’interno di una scatola di colore nero, con l’aiuto di un dipendente comunale di nome Guido, che ha confermato di aver collocato la scatola nell’auto del sindaco.
Gli inquirenti non sono ancora riusciti a rintracciare il computer in questione, e il sindaco ha negato di averne uno in ufficio. Tuttavia, le intercettazioni audio-video e le testimonianze di alcuni dipendenti comunali smentiscono le affermazioni di Festa, portando all’accusa di peculato. Il reato, secondo l’accusa, sarebbe stato commesso “per occultare altre condotte criminose”.
Il tentativo di far sparire il computer dall’ufficio del sindaco non sarebbe un atto isolato, bensì parte di una strategia volta a nascondere le prove relative ad altre accuse mosse contro Festa. Gli investigatori ritengono infatti che l’attività di rimozione del pc fosse “evidentemente finalizzata a sottrarre i file ivi contenuti all’attività degli inquirenti”.
Le indagini sulla condotta del sindaco di Avellino, Gianluca Festa, hanno portato alla luce una serie di irregolarità e illeciti che hanno condotto alla sua incarcerazione. L’accusa di peculato, legata al tentativo di far sparire il computer dall’ufficio del primo cittadino, rappresenta solo una parte di un quadro più ampio di corruzione e malversazione. Il prosieguo delle indagini potrebbe portare alla luce ulteriori dettagli e responsabilità, con conseguenze importanti per l’amministrazione comunale e la vita politica della città.
L’arresto del sindaco di Avellino e le accuse mosse contro di lui rappresentano un duro colpo per l’amministrazione comunale e la fiducia dei cittadini. La necessità di garantire trasparenza e legalità nelle istituzioni diventa sempre più impellente, e il futuro governo della città dovrà tener conto di questi elementi per riconquistare la fiducia dei cittadini e garantire un’amministrazione efficiente e onesta.
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