Sistema sanitario in crisi: 60% ambulanze in coda ai pronto soccorso - avvisatore.it
L’ondata di Covid e influenza degli ultimi mesi ha messo in crisi i pronto soccorso in tutta Italia, con lunghe attese e file di ambulanze fuori dalle strutture. Secondo Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis118, il sistema 118 è ormai amputato, con una riduzione delle ambulanze che arriva fino al 60% e oltre. Le ambulanze vengono utilizzate come “posti letto temporanei”, in attesa di essere trasferiti in ospedale. Questa situazione rischia di trasformare i pronto soccorso in luoghi di disagio e di aumentare i costi. Tuttavia, ci sono soluzioni che possono essere messe in atto.
Balzanelli sottolinea che l’iperafflusso di chiamate al 118 e il sovraffollamento dei pronto soccorso non sono colpa dei cittadini. Chi chiama il 118 o si reca al pronto soccorso lo fa perché si sente male e ha bisogno di aiuto. La maggior parte delle persone che si rivolgono a queste strutture è convinta di avere un bisogno urgente di cure. Non spetta al cittadino discriminare tra emergenze, urgenze o situazioni meno pericolose per la vita. È compito del sistema sanitario fornire una risposta efficace a qualsiasi tipo di problema acuto che si presenta improvvisamente.
Per Balzanelli, almeno l’85% dei pazienti che affollano quotidianamente i pronto soccorso potrebbe essere gestito altrove, nel contesto della medicina del territorio. È assurdo pretendere che i pronto soccorso affrontino un carico così inappropriato e sempre più gravoso. Per evitare il collasso del sistema, è necessario intervenire a monte. Balzanelli propone di riattivare i Punti di primo intervento del 118 e potenziarli dove necessario. Queste strutture possono svolgere un ruolo di filtro, indirizzando i pazienti con acuzie minori verso una valutazione veloce ed appropriata. In questo modo si potrebbero ridurre i tempi di attesa e evitare accessi impropri al pronto soccorso.
I Punti di primo intervento, che dovrebbero essere postazioni fisse del Sistema 118, possono svolgere un ruolo fondamentale nel decongestionare i pronto soccorso. Queste strutture permettono una valutazione esperta del paziente, somministrano terapie di emergenza-urgenza e effettuano esami strumentali e di laboratorio. Inoltre, agiscono come filtro, evitando che il 97% degli accessi al pronto soccorso siano impropri. È quindi urgente riaprire o potenziare questi Punti di primo intervento, al fine di risolvere la congestione e il rischio di paralisi funzionale dei pronto soccorso e del sistema 118.
Balzanelli conclude affermando che “non è colpa dei cittadini, vanno garantite strutture filtro sul territorio come i Punti di primo intervento”. È necessario agire subito per evitare che la situazione peggiori ulteriormente e per garantire un’assistenza adeguata a tutti i pazienti che ne hanno bisogno.
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