A Roma i residenti di Pietralata hanno interrotto i primi sondaggi per la costruzione dello stadio della Roma, opponendosi alla distruzione del patrimonio verde e denunciando irregolarità nei lavori.
Questa mattina il quartiere Pietralata, a Roma, si è svegliato nel pieno di una protesta accesa. Un gruppo di residenti ha impedito l’avvio delle operazioni di sondaggio geologico per la realizzazione del nuovo stadio della Roma, bloccando l’accesso delle ruspe nella zona designata ai lavori. Il motivo della mobilitazione riguarda la tutela del verde urbano: nell’area interessata, secondo alcuni agronomi, si troverebbe un ecosistema boschivo da preservare. I manifestanti, molti dei quali riuniti sotto la sigla del comitato “Sì parco, no stadio”, hanno chiesto la sospensione immediata degli interventi e l’apertura di un tavolo tecnico con l’amministrazione comunale. Dopo ore di tensione e momenti di confronto diretto con le forze dell’ordine, le operazioni sono state temporaneamente fermate.
Gli attivisti si sono seduti sull’asfalto, creando barricate umane per impedire l’ingresso dei mezzi da cantiere. Alcuni hanno urlato slogan contro il sindaco Roberto Gualtieri, definito “sindaco della Roma calcio”, mentre altri hanno puntato il dito contro la società giallorossa, accusandola di influenzare scelte urbanistiche che riguardano un’intera comunità. «La As Roma non ha il potere di imporre provvedimenti urgenti, quelli spettano solo al Comune», hanno ribadito alcuni residenti, accusando il Campidoglio di aver autorizzato gli interventi in violazione del regolamento comunale sul verde pubblico.
Il clima si è fatto teso quando tra cittadini e agenti ci sono stati spintoni e insulti. Solo l’annuncio di un nuovo confronto ha riportato un’apparente calma. Secondo i rappresentanti del comitato, il parere tecnico espresso dall’agronomo Mauro Uniformi – presidente dell’Ordine nazionale – è chiaro: l’area in questione ospita un habitat da considerare boschivo, il che renderebbe illegittimo l’avvio dei lavori così come pianificati. Le parole di Uniformi, per ora, smentiscono quanto sostenuto dall’amministrazione, che insiste sulla regolarità dell’iter.
I residenti contestano anche le deroghe concesse per gli abbattimenti, sottolineando che l’intervento rientra in piena stagione di nidificazione, periodo in cui l’articolo 40 del regolamento comunale vieta qualsiasi taglio di alberi, salvo casi di pericolo imminente. Una condizione che, secondo chi protesta, non si presenta a Pietralata. «Non siamo contro il calcio, ma contro un metodo che ci esclude e distrugge il territorio», spiegano i comitati, denunciando anche una gestione discutibile dei fondi pubblici.
Nel mirino finisce il piano triennale da 100 milioni di euro destinati al verde tra il 2025 e il 2027. «Se i soldi servono a radere al suolo per poi ripiantare, allora qualcosa non va. La cura degli spazi verdi non si fa con la motosega», affermano alcuni attivisti. Alla protesta hanno partecipato anche esponenti politici locali, tra cui Filiberto Zaratti di Europa Verde, Dario Tamburrano e Stefano Rosati del Movimento 5 Stelle.
Per ora, le operazioni di cantiere restano ferme. Ma l’opposizione dei residenti sembra destinata a durare. La richiesta è chiara: fermare il progetto così com’è, aprire un confronto reale e ridiscutere tutto, a partire dal rispetto dell’ambiente.
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