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“Suicidi in carcere: 101 vite spezzate dal 2023, un allarme lanciato da Antigone”

‘Italia è alle prese con una dura realtà: i tassi di autolesionismo e suicidi nelle carceri stanno raggiungendo livelli allarmanti. Dal 2023 ad oggi, 101 persone si sono tolte la vita in carcere, con 30 soli casi registrati dall’inizio di quest’anno fino ad aprile. Antigone, una delle principali organizzazioni per i diritti umani nel paese, ha lanciato l’ennesimo allarme sulla situazione disastrosa della popolazione carceraria con il dossier “Nodo al collo”, pubblicando questi numeri drammatici proprio nel giorno in cui un’indagine sull’Istituto minorile Beccaria ha portato all’arresto di tredici agenti della polizia penitenziaria per gravi accuse, tra cui torture e maltrattamenti sui giovanissimi detenuti.

1. La situazione nelle carceri italiane

Sovraffollamento e condizioni di vita

La situazione nelle carceri italiane è critica. Al 31 marzo, 61.049 persone sono detenute, a fronte di una capienza ufficiale di 51.178 posti. Ciò significa che circa 13.500 persone sono recluse oltre il limite di “accoglienza”, vivendo in condizioni che non rispettano gli standard regolamentari. Tra coloro che si sono tolte la vita in cella, ci sono molte persone giovani e giovanissime, molte di origine straniera e molte con presunte o accertate patologie psichiatriche. Alcuni provenivano da passati di tossicodipendenza, mentre altri erano senza fissa dimora.

Il tasso di suicidi tra gli stranieri

Gli stranieri, che rappresentano circa un terzo della popolazione carceraria totale , hanno un tasso di suicidi maggiore rispetto agli italiani. In tutti gli istituti dove sono avvenuti suicidi nell’ultimo anno e mezzo, si registra una situazione più o meno grave di sovraffollamento, con un “esercito” di reclusi che cresce di circa 331 unità ogni mese.

2. Le cause del sovraffollamento e l’aumento dei suicidi

Lunghezza delle pene e minore predisposizione dei magistrati

Secondo il dossier di Antigone, le cause del sovraffollamento e dell’aumento dei suicidi sono diverse. Tra queste vi sono la maggiore lunghezza delle pene comminate, la minore predisposizione dei magistrati di sorveglianza a concedere misure alternative alla detenzione o liberazione anticipata, e l’introduzione di nuove norme penali e pratiche di polizia che portano a un aumento degli ingressi.

Nuovi reati e fattispecie penali

‘attuale governo, dalla data del suo insediamento nell’ottobre 2022, ha introdotto una decina di nuovi reati e sei nuove fattispecie penali. Un impatto grave sul sovraffollamento potrà avere anche la decisione di punire maggiormente i casi di lieve entità legati alle violazioni della legge sugli stupefacenti, che già attualmente produce circa 20.000 detenuti.

3. La disparità tra il numero di reati e la popolazione carceraria

Diminuzione dei reati e aumento della popolazione carceraria

È importante notare che l’aumento della popolazione carceraria non corrisponde a un aumento del numero di reati. Dal 1 gennaio al 31 luglio 2023, in Italia sono stati commessi 1.228.454 delitti, il 5,5% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La necessità di una riforma

La situazione nelle carceri italiane richiede urgenti riforme. Le vite spezzate e le condizioni di vita degradanti sono un’indicazione chiara della necessità di un cambiamento. Dalle misure alternative alla detenzione, alla riduzione delle pene, fino alla decriminalizzazione di alcuni reati, è necessario un approccio olistico per affrontare questa crisi umanitaria.

Luisa Pizzardi

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