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Thomas Mustaki: la rabbia su tela in mostra
Il Museo-donazione Umberto Mastroianni, all’interno dei Musei di San Salvatore in Lauro (Piazza di San Salvatore in Lauro 15, Roma) ha esposto dall’8 Novembre le opere di Thomas Mustaki, autodidatta di origine svizzera. All’interno della mostra “Innovare creando”, organizzata da Lorenzo Zichini e la sua casa editrice “Il Cigno GG Edizioni” in collaborazione con ANDI al suo 70esimo anniversario, le opere di questo giovane artista classe 90, risultano come una pittura di fuga dalle psicosi, dalla depressione, dai dolori e dai tormenti. Il tema portante di tutta l’esposizione è “Il Mar Mediterraneo”, rappresentato attraverso volti e figure umane che nella loro resa innovativa racchiudono e raccontano nuovi metodi e strumenti per un miglior controllo della sicurezza dei mari.
Ma la parola d’ordine per Mustaki è innovazione, grazie alla rivoluzione di tratto, di linea e di colore presente su ogni tela, in un mix tra street art, stile neorealista e neo-espressionismo. Le forme geometriche utilizzate dall’artista imprimono autenticità rimanendo in equilibrio con i concetti più profondi dell’animo umano. “Non so da quale angolo della mia mente vengano i volti che dipingo. So solo che rappresentano la personificazione delle mie emozioni, come la rabbia, che grazie al rullo e al pennello riesco a intrappolare su tela. Sono emozioni crude, che dipingo di getto”. Così il pittore di Losanna descrive la propria arte, fatta di tormenti ed emozioni, costituita da figure umane e volti ritratti con pennellate imbevute di colori vivaci e accesi, quasi fosforescenti.
Le tele sono uno sguardo realistico, contemporaneo, vero e a tratti estremo di quella che è stata la sua battaglia personale affrontata alla giovane età di 15 anni, mentre era ricoverato in ospedale per un grave shock psicologico. Fu però proprio durante il periodo di terapia artistica che Mustaki si avvicinò e appassionò dell’arte, tanto da decidere di metterla al centro della sua nuova vita. Ma non parliamo di lui solo come un artista travagliato, in quanto desidera trarre e rappresentare solo il meglio delle sue fasi buie per mandare un messaggio positivo e provocare emozioni e reazioni forti in chi ha dovuto affrontare momenti drammatici come la depressione.
L’arte di Thomas Mustaki è la via di fuga dopo la pausa della vita, una rinascita che si racconta attraverso il passaggio ruvido del pennello, un racconto senza filtri e senza vergogna della sua depressione che lo ha reso l’artista che è oggi. Ma importante per lui è stata anche la famiglia che lo ha sempre supportato, formata da un padre medico di origini Libanese, ma appassionato di scrittura e musica, che lasciò l’Egitto alla volta della Svizzera e una madre Norvegese. Potremmo chiamarla una commistione di culture, ma la sua pittura si muove principalmente sulla dualità tra ragione e sentimento, la stessa che lo ha reso l’artista della sua generazione in equilibrio tra la figura di pittore e di imprenditore. Tramite Instagram raggiunge i mercati internazionali e comunica direttamente con il proprio pubblico, contemporaneamente collabora con alcuni marchi, disegna le copertine dei libri, partecipa alle raccolte fondi contro il traffico sessuale nel sud-est asiatico, espone in diversi paesi nel mondo, ma non è un’artista commerciale bensì, come ama definirsi, un anti-censura, un libero espressionista.