Tragico sbarco a Lampedusa: morto a bordo e tre arresti - avvisatore.it
Tre persone sono state arrestate con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di morte come conseguenza di altro delitto, in seguito allo sbarco avvenuto il 19 dicembre a Lampedusa, nel quale un migrante ha perso la vita. I tre individui coinvolti sono un sudanese di 37 anni, un gambiano di 43 anni e un nigeriano di 24 anni. L’arresto è stato eseguito in base a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento.
Le indagini, condotte dalla Squadra mobile di Agrigento, dal Servizio centrale operativo e dalla Sisco di Palermo, sotto la supervisione della Procura di Agrigento, hanno portato alla raccolta di “gravi indizi di colpevolezza” a carico dei tre migranti.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre arrestati avrebbero avuto un ruolo attivo nello sbarco avvenuto a Lampedusa il 19 dicembre, nel quale un migrante ha perso la vita. Non sono state fornite ulteriori informazioni sulla dinamica dell’incidente o sulle circostanze che hanno portato alla morte del migrante.
Le accuse mosse ai tre arrestati riguardano il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un reato previsto dall’articolo 12 del Testo unico sull’immigrazione. Secondo la legge italiana, chiunque agevoli l’ingresso, il transito o il soggiorno di stranieri in modo clandestino, mettendo a disposizione mezzi di trasporto o alloggio, o fornendo documenti falsi o alterati, può essere punito con la reclusione da 5 a 15 anni.
Le indagini hanno permesso di raccogliere prove che implicano i tre migranti nell’organizzazione di un sistema di supporto e assistenza per favorire l’ingresso e il soggiorno di migranti in modo clandestino. Le autorità stanno continuando a indagare per identificare eventuali complici o altre persone coinvolte nell’organizzazione.
Secondo la legge italiana, chiunque agevoli l’ingresso, il transito o il soggiorno di stranieri in modo clandestino, mettendo a disposizione mezzi di trasporto o alloggio, o fornendo documenti falsi o alterati, può essere punito con la reclusione da 5 a 15 anni.
Le tre persone arrestate sono state condotte in carcere in attesa del processo. Le indagini proseguono per fare luce su tutti i dettagli dell’incidente e individuare eventuali responsabilità aggiuntive legate alla morte del migrante.
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