Categories: Notizie

Tumore ovarico: il 70% delle donne ne è a conoscenza prima della diagnosi, ma solo il 30% si cura nei centri specializzati

Negli ultimi dieci anni, la consapevolezza riguardo al tumore ovarico ha visto un aumento significativo. Oggi il 70% delle donne colpite dalla malattia ha già sentito parlare di essa, a fronte del 30% di dieci anni fa. Nonostante ciò, meno di tre pazienti su dieci optano per le terapie nei centri specializzati, decisione che potrebbe influenzare notevolmente il proprio percorso di cura. Questo tema è stato al centro dell’incontro intitolato “Tumore ovarico in **Veneto: cambiamo rotta”, svoltosi al Parco dei Moreri di Silea . L’evento, promosso da Acto Alleanza contro il tumore ovarico Ets, ha riunito esperti, istituzioni e pazienti per discutere l’importanza della personalizzazione della cura e dei test genetici.

L’aumento della consapevolezza e i dati allarmanti

La conoscenza del tumore ovarico tra le donne

Uno degli aspetti più positivi emersi dal convegno è il miglioramento della consapevolezza delle donne riguardo al tumore ovarico. Infatti, il 70% delle pazienti afferma di essere al corrente della malattia prima ancora di ricevere una diagnosi formale. Un dato che evidenzia un cambiamento culturale significativo rispetto a dieci anni fa, quando solo una parte ridotta della popolazione femminile conosceva questa patologia. Tuttavia, nell’ambito di una malattia così complessa, la conoscenza non è sufficiente se non è accompagnata da azioni concrete e decisioni consapevoli.

I limiti nella scelta del trattamento

Nonostante l’aumento della consapevolezza, solo il 30% delle pazienti decide di ricevere cure presso centri specializzati. Questo può dipendere da diversi fattori, tra cui la mancanza di informazioni sui centri disponibili e la difficoltà nell’intercettare i sintomi precoci della malattia. Gli esperti hanno messo in evidenza come la scelta di un centro qualificato possa fare la differenza nel trattamento e nella prognosi della malattia. L’assenza di screening efficaci e la natura aspecifica dei sintomi contribuiscono a un ritardo nella diagnosi.

L’importanza della prevenzione e dei test genetici

La necessità di diagnosticare precocemente il tumore ovarico

Un altro tema rilevante emerso durante l’incontro è l’importanza della diagnosi precoce. Attualmente, il 70% delle donne scopre il tumore ovarico quando è già in fase avanzata. Tale situazione è spesso attribuibile ai sintomi non specifici, come gonfiore addominale o alterazioni digestive, che le pazienti tendono a sottovalutare. L’indagine condotta da Acto Italia su più di 100 pazienti ha messo in luce la necessità di implementare strategie di screening efficaci che possano portare a una diagnosi più tempestiva.

I test genetici come strumento di prevenzione

I test genetici sono stati presentati come uno strumento fondamentale per la prevenzione, in particolare per le donne che hanno una predisposizione familiare. L’individuazione di mutazioni genetiche può consentire non solo la diagnosi precoce, ma anche l’implementazione di piani di cura più efficaci e personalizzati. In questo contesto, l’accesso a queste tecnologie gioca un ruolo cruciale e deve essere promosso attivamente.

La necessità di un cambiamento nel percorso di cura

Promuovere l’informazione e la ricerca

Durante il dibattito è stato sottolineato che un cambiamento significativo nel trattamento del tumore ovarico richiede uno sforzo congiunto di informazione e ricerca. È necessario aumentare la diffusione di informazioni sui sintomi, sulle opzioni terapeutiche e sui centri di cura specializzati per promuovere scelte più consapevoli tra le pazienti. Inoltre, la ricerca deve orientarsi verso la diagnosi precoce e l’accesso ai test genomici, elementi essenziali per proporre terapie su misura.

L’importanza del supporto psicologico e della qualità della vita

Non meno rilevante è stato il tema del benessere psicologico delle pazienti. Convivere con un tumore ovarico richiede un approccio che tenga conto della qualità della vita complessiva della persona, oltre alla sola cura della malattia. La questione della sessualità e dell’intimità, spesso trascurata nei percorsi di cura oncologica, emerge con sempre maggiore forza nel dialogo tra pazienti e professionisti. Si rende quindi necessario sviluppare strategie di supporto che non solo affrontino la malattia, ma anche i bisogni emotivi e relazionali della persona.

Il miglioramento della consapevolezza e l’approccio personalizzato nella cura del tumore ovarico sono passi fondamentali verso un futuro in cui le donne possano ricevere trattamenti più efficaci e tempestivi.

Redazione

Recent Posts

Al via a San Michele un laboratorio fotografico triennale per anziani: memoria, presente e futuro in un percorso di riscoperta

Un progetto innovativo per promuovere l’invecchiamento attivo e il benessere emotivo È partito a San…

2 ore ago

LANUVIO: al via il “Premio Iuno Sospita” – Prima edizione del Concorso Nazionale di Danza a Villa Sforza Cesarini

Dal 3 al 5 luglio 2025, tre giornate di spettacolo, cultura e talento per celebrare…

4 ore ago

Acquasanta Terme (AP): torna il Festival 2025 con tre giorni di cultura, natura e spettacolo

Dal 4 al 6 luglio eventi, ospiti illustri e sapori locali per valorizzare il cuore…

4 ore ago

Lombosciatalgia: la principale causa di disabilità nel mondo costa all’Italia oltre 11 miliardi l’anno

Alla Camera dei Deputati il congresso promosso dal prof. Alberto Alexandre fa il punto sulle…

5 ore ago

Ordine di Sant’Elena Imperatrice: nuovi Cavalieri e Dame nella solenne cerimonia a Roma

La missione ospitaliera dell’Ordine di Sant’Elena Imperatrice continua: nella Basilica di Santa Maria in Montesanto,…

2 giorni ago

Meal prep: come organizzare i pasti e mangiare meglio (anche senza essere chef)

C'è una domanda che rimbalza nella testa di molti, ogni giorno: "Cosa mangio stasera?"Tra lavoro,…

1 settimana ago