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Un anniversario di rinascita e riflessione: la memoria del terremoto a 15 anni dall’evento

Introduzione
Il ventunesimo aprile del 2009 resterà impresso nella storia come il giorno in cui un terremoto sconvolse profondamente L’Aquila e i suoi dintorni, provocando la perdita di 309 vite umane e lasciando cicatrici indelebili nella comunità abruzzese. Quindici anni dopo, la città si ritrova a ricordare quei tragici eventi con una fiaccolata che attraversa le strade, illuminando i luoghi più colpiti dalla scossa e offrendo un momento di riflessione e di speranza per il futuro.

Il passaggio del testimone alle nuove generazioni
In questa serata di commemorazione, due giovani aquilani, Elisa Nardi e Tommaso Sponta, simboli di un futuro che porta con sé il peso del passato, sono chiamati a accendere il braciere al Parco della Memoria. Attraversando le strade della città, accompagnati dal flusso di persone che portano con sé la luce delle fiaccole, essi rappresentano la continuità e la rinascita di una comunità resiliente e desiderosa di guardare avanti. La figura di Vincenzo e Federico Vittorini, padre e figlio, tra i familiari delle vittime, incarna la necessità di passare il testimone alle nuove generazioni, investendo nella creazione di opportunità e nel sostegno alle giovani menti che dovranno plasmare il futuro.

La lezione da apprendere e la prevenzione come priorità
Il sisma dell’Aquila rimane una lezione importante per l’intera Penisola, evidenziando l’importanza della prevenzione e della resilienza delle comunità di fronte ai cataclismi naturali. Le parole di Sergio Bianchi, che ha vissuto la tragedia della perdita di un figlio, risuonano come un monito nei confronti di un Paese che spesso sottovaluta l’importanza di investire nella sicurezza e nel benessere delle famiglie. Mentre la fiaccolata si snoda per le vie della città, e i nomi delle vittime vengono letti ad alta voce, la cerimonia religiosa officiata dall’arcivescovo Petrocchi ricorda alla comunità l’importanza di preservare la memoria e di onorare coloro che non sono più con noi. Con il suono dei rintocchi che segnano l’ora fatale della scossa, la notte del ricordo si conclude lasciando un segno di speranza e di resilienza nel cuore di tutti coloro che hanno vissuto quel tragico evento.

Francesca Monti

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