Un Traffico di Green Pass Falsi: Oltre 100 Indagati nel Mirino della Procura a Bologna - Occhioche.it
Nel cuore di Bologna, più di cento individui hanno attirato l’attenzione della Procura, con la tenace pm Rossella Poggioli e i diligenti carabinieri della compagnia di Molinella che hanno avviato un’indagine serrata sui Green Pass falsificati. Un biologo di 59 anni è stato accusato di aver emesso una quantità strabiliante di certificati contraffatti – con i suoi clienti al centro dell’operazione illecita. L’edizione locale del Resto del Carlino riporta in dettaglio lo svolgersi di questa intricata vicenda. L’accusa sostiene che il biologo riuscisse a generare più di duecento tamponi falsi al giorno, requisiti per ottenere il Green Pass senza necessità di sottoporsi al vaccino, a fronte di un compenso di cento euro per un risultato positivo al Covid-19, mentre per un risultato negativo la tariffa scendeva drasticamente a una decina di euro.
Tra gli individui coinvolti nelle indagini emerge la figura di una parrucchiera, che agiva come tramite fornendo nomi e dati dei soggetti interessati attraverso intermediari compiacenti , insieme ai clienti diretti. Le principali accuse ricadono su reati di falso ideologico in atto pubblico. Il biologo e la sua collaboratrice sono altresì accusati di corruzione a scopo di lucro, ricevendo pagamenti per i certificati falsi e spartendone i profitti, mentre al biologo viene contestata anche la simulazione di reato. Nel mese di febbraio 2022, il biologo denunciò il presunto furto di una borsa contenente documenti cruciali, tra cui i dettagli delle attività illecite e le informazioni sui clienti, un presunto stratagemma escogitato per anticipare le indagini delle autorità.
L’inizio delle indagini risale alla fine del 2021, quando i carabinieri si accorsero delle dichiarazioni sui social di vari ‘no vax’ bolognesi e negazionisti del virus, che vantavano pubblicamente di non aver mai ricevuto vaccinazioni e di non essere mai stati contagiati dal Covid. I successivi controlli delle autorità rivelarono, tuttavia, che tutti possedevano un Green Pass regolare, scatenando sospetti fondati sulle rivelazioni dei certificati falsificati.
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