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Un viaggio nella realtà carceraria: studenti a lezione di libertà nel penitenziario di Fossombrone

Introduzione:

Per la prima volta, il carcere di massima sicurezza di Fossombrone, situato nella provincia di Pesaro Urbino, ha aperto le sue porte agli studenti di una scuola superiore. Due classi quinte dell’istituto tecnico “Enrico Mattei” di Urbino hanno avuto l’opportunità di entrare in contatto con una realtà a loro sconosciuta, ma soprattutto di ascoltare le storie di vita dei detenuti e comprendere il valore della libertà. ‘iniziativa, voluta dal procuratore generale della Corte di Appello di Ancona, Roberto Rossi, ha permesso ai giovani di confrontarsi con un mondo lontano dal loro quotidiano, fatto di regole ferree e privazioni.

La vita dietro le sbarre: un’esperienza di apprendimento per gli studenti

Il magistrato Rossi ha spiegato ai ragazzi l’importanza di conoscere la realtà carceraria, un mondo che, sebbene noto a tutti, rimane spesso avvolto nel mistero. La vita dietro le sbarre è dura e segnata da privazioni: niente passeggiate con la fidanzata, niente gite al mare, niente aperitivi, telefonini o social network. Gli studenti, ascoltando le parole del procuratore, hanno iniziato a comprendere come, all’interno del carcere, gli errori abbiano un prezzo da pagare e come l’idea che “tanto non mi succede niente” sia un’illusione.

Le testimonianze dei detenuti: storie di pentimento e speranza

Sette dei 84 detenuti di Fossombrone hanno condiviso la loro esperienza con i giovani studenti, raccontando la loro vita in carcere e la pena ancora da scontare. Nonostante le difficoltà, il penitenziario, costruito nel 1870 e considerato un istituto di pena modello, offre ai reclusi diverse opportunità per migliorare se stessi e prepararsi alla vita esterna. Attraverso laboratori e percorsi di studio, i detenuti possono dipingere, creare cesti artigianali, dedicarsi al giardinaggio, studiare, diplomarsi e addirittura laurearsi. Un detenuto è già alla quinta laurea.

Le storie dei reclusi hanno profondamente colpito gli studenti, che hanno ascoltato con attenzione le testimonianze di chi, come l’ergastolano 63enne originario di Cinisi, paese natale di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia, ha scelto la strada del male per poi pentirsene. Alcuni detenuti hanno espresso la loro preoccupazione per il futuro che li attende al di fuori del carcere, mentre per altri il problema principale rimane l'”affettività”.

La lezione di libertà: una nuova consapevolezza per gli studenti

Al termine della visita, gli studenti hanno avuto modo di riflettere sull’esperienza vissuta e sul valore della libertà. Viola, una delle studentesse presenti, ha dichiarato: “Ho imparato molto da questa esperienza. Ora apprezzo di più la libertà.” Grazie a questo incontro con la realtà carceraria, i giovani sono tornati a casa con una nuova consapevolezza, più maturi e pronti ad affrontare le sfide del loro presente e del loro futuro.

Giordana Bellante

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