Vittima violenza: disoccupata da 20 anni, lui assunto in banca

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Vittima violenza: disoccupata da 20 anni, lui assunto in banca - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 9 Gennaio 2024 by Redazione

Proposte di legge per favorire l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza

Durante un’audizione informale in commissione Lavoro della Camera, Barbara Bartolotti, vittima di una grave aggressione venti anni fa, ha espresso la sua frustrazione riguardo all’impossibilità per le donne vittime di violenza di riottenere una dignità lavorativa. Bartolotti, che è stata attaccata da un collega nel 2003, ha sottolineato l’assurdità del fatto che gli aggressori riescano ad ottenere un impiego, mentre le vittime continuano a lottare per trovare lavoro. Durante l’audizione, ha condiviso la sua testimonianza e il suo impegno con l’associazione “Libera di vivere”, che aiuta donne e bambini in difficoltà. Bartolotti ha espresso la speranza che le proposte di legge in esame possano portare a un cambiamento nella società e a un riconoscimento della dignità lavorativa delle donne vittime di violenza.

La storia di Barbara Bartolotti

Barbara Bartolotti aveva 29 anni, era madre di due figli e aspettava il terzo quando è stata aggredita dal suo collega il 20 dicembre 2003 a Carini, in provincia di Palermo. L’aggressore le ha inflitto quattro martellate alla testa, una coltellata all’addome e l’ha cosparso di benzina, appiccando poi il fuoco con un accendino. Da quel momento, la vita di Bartolotti è cambiata radicalmente. Ha vissuto un vero e proprio martirio, ma ha trovato la forza di rialzarsi e di lottare per ottenere giustizia e dignità lavorativa per sé stessa e per altre donne vittime di violenza. Attraverso l’associazione “Libera di vivere”, ha dedicato gli ultimi venti anni a supportare le donne e i bambini in difficoltà, cercando di ottenere ciò che lei stessa non è riuscita ad ottenere. Bartolotti ha portato la sua testimonianza in scuole, piazze, chiese e circoli, senza mai fermarsi e cercando sempre aiuto.

La necessità di un inserimento lavorativo dignitoso

Bartolotti ha sottolineato l’importanza dell’inserimento lavorativo per le donne vittime di violenza, specialmente per coloro che portano segni permanenti come lei stessa, che ha cicatrici sul viso e sul corpo. Ha espresso la sua speranza che le proposte di legge in esame possano garantire alle donne vittime di violenza la dignità lavorativa che è stata loro tolta. Bartolotti ha evidenziato l’assurdità del fatto che gli aggressori riescano ad ottenere un impiego, mentre le vittime continuano a lottare per trovare lavoro. Ha sottolineato la legittimità di chiedere un inserimento lavorativo dignitoso per le donne che portano segni permanenti come il suo, e ha espresso la speranza che la società possa cambiare per garantire questa dignità a tutte le donne vittime di violenza.

Barbara Bartolotti ha vissuto un vero e proprio martirio, ma non si è mai fermata nella sua lotta per ottenere giustizia e dignità lavorativa per le donne vittime di violenza. Spera che le proposte di legge in esame possano portare a un cambiamento nella società e a un riconoscimento della dignità lavorativa delle donne vittime di violenza.

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