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Zero ristori e le imprese vanno a fondo, lo sfogo di Nocioni

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Giancarlo Nocioni, imprenditore e titolare di alberghi e ristoranti a Roma, Firenze e Forte dei Marmi racconta i danni subìti da parte di alberghi e ristoranti  all’indomani del 23 novembre, ovvero il giorno in cui è stato presentato il decreto entrato in vigore il 6 dicembre che ha introdotto le limitazioni per i non vaccinati.

Ma il super green pass non si era detto che doveva salvare il Natale? Che avrebbe dovuto consentire a tutti di vivere le feste liberamente e senza limitazioni grazie all’elevato numero di vaccinati?

“Tutte sciocchezze, la verità è che io dal 23 novembre ad oggi ho avuto nei miei 4 alberghi, 3 a Roma e uno a Firenze, disdette per un totale di 200mila euro. Ma è logico che sia così. Quando la macchina è bloccata e gli ingranaggi non girano si interviene mettendo l’olio, non la sabbia. Invece con il super green pass si è bloccato tutto”.

Come se lo spiega? In fondo per gli alberghi è rimasto valido il green pass base, quello che si può ottenere anche facendo il tampone. Quindi, dove sta il problema?

“Sta nel fatto che se l’albergo non ha il ristorante interno, e la maggior parte non ce l’ha, la gente è costretta a mangiare fuori, ma per sedersi al ristorante è richiesto soltanto il super green pass. Quindi capisce bene che i non vaccinati, o anche i genitori vaccinati che hanno figli con più di 11 anni che non lo sono, non possono mangiare tutti i giorni la pizza seduti sulla panchina o comprare i panini al supermercato. Quindi rinunciano ad andare in vacanza. Le sembra normale consentire di dormire in albergo con il tampone negativo e con lo stesso tampone impedire di mangiare al ristorante di fronte? Ma poi, mi spiega che logica c’è dietro un simile provvedimento?”.

E’ soltanto colpa del super green pass se ci sono state così tante disdette?

“Come lo spiega lei che le disdette sono iniziate subito dopo il 23 novembre quando sono state annunciate le nuove misure entrate poi in vigore il 6 dicembre? Tenga conto poi che i turisti che arrivano dall’Oriente o dall’Est Europa rischiano di essere rifiutati dal super green pass pur essendo vaccinati, perché i loro vaccini, russi o cinesi per esempio, non sono riconosciuti come validi dall’Unione Europea. Il problema è che quando si adottano certi provvedimenti bisognerebbe valutare in primo luogo le conseguenze negative che possono provocare; e queste misure stanno distruggendo le imprese. E’ questo ciò che vogliono? Vedrà che a me che sto denunciando queste cose diranno che sono no vax, perché oggi chiunque si permette di criticare ciò che fa il governo è bollato come tale”.

Quindi cosa chiedete al governo? Ristori per compensare le perdite?

“Lo Stato ci sta abbandonando. Il 31 dicembre è prevista la fine della cassa integrazione e della moratoria sui mutui mentre il 31 luglio è già scaduto il credito d’imposta sugli affitti. In pratica ci ritroveremo senza ammortizzatori e agevolazioni a sostenere costi onerosi in assenza di ricavi. Il 16 dicembre dovrò versare 80mila euro di Imu su tre alberghi. Se l’obiettivo è farci fallire, allora ci stanno riuscendo nel migliore dei modi. Se hanno introdotto questi salvagenti quando c’era l’emergenza, adesso a maggior ragione dovrebbero prorogarli visto che ci troviamo nella stessa emergenza di allora. I turisti non ci sono e di conseguenza non ci sono neanche i ricavi. Non si possono togliere i salvagenti mentre si sta affogando”.

Quindi per voi albergatori sarebbe sufficiente una proroga degli ammortizzatori vigenti?

“No, abbiamo bisogno dei ristori, altrimenti non riusciremo a sopravvivere. Ma se lo Stato non può venirci incontro con i ristori almeno ci lasci le agevolazioni. E’ il minimo per non affogare. Le faccio un esempio pratico. Il fatturato che avevo a giugno-novembre del 2019 con i miei alberghi era di oltre 7 milioni, mentre a giugno-novembre 2021 è di appena 3 milioni, ovvero un 70% in meno. Le sembra possibile che io, che già faticavo due anni fa, con un calo del fatturato pari al 70% possa oggi pagare gli affitti, saldare le rate bancarie che sono pure aumentate a fronte di nuovi debiti contratti negli ultimi due anni per tirare avanti, stipendiare tutti i miei dipendenti, pagare l’Imu? Che faccio quindi? Licenzio tutto il personale mandando sul lastrico 80 famiglie? Smetto di pagare le banche per farmi portare via tutto?”.

State facendo pressioni per ottenere risposte?

“Federalberghi si è attivata con il ministro Garavaglia, ma il problema è che di tutto questo non si parla, se non appena della cassa integrazione. Ma la grande emergenza è costituita dai mutui bancari e dagli affitti. Ma se gli incassi non sono ripartiti, come possiamo onorare i nostri impegni? Ci sono centinaia di aziende che rischiano seriamente il fallimento. Sugli affitti fino a luglio si è applicato il 60% del credito di imposta che per noi era comunque una boccata d’ossigeno. Perché è stato tolto obbligandoci oggi a pagare l’intero canone? Perché i danni del covid li devo pagare soltanto io che sono affittuario, mentre il proprietario continua ad incassare quanto incassava prima? Non possono abbandonarci così. Poi adesso con questo boom di disdette davvero siamo con l’acqua alla gola. E tenga conto che non è soltanto un problema che riguarda gli albergatori ma anche tanti ristoratori. Due miei amici titolari di ristoranti al centro, fra gennaio e marzo prossimi hanno avuto disdette per complessive 1173 persone, in maggioranza ragazzi sopra gli 11 anni non vaccinati e dunque sprovvisti di super green pass che sarebbero dovuti venire in gita”.

Tornando al punto di partenza, altro che strumento per tenere aperto e non soffocare l’economia?

“Francamente non riusciamo a capire che senso possa avere tutto questo. Non è molto più sicuro il tampone negativo che certifica lo stato di salute del cliente, invece di un green pass che non fornisce alcuna garanzia, visto che anche i vaccinati possono contagiarsi? E’ evidente che si tratta di uno strumento di pressione per spingerre le persone a vaccinarsi ma bisognerebbe anche considerare i danni che si fanno alle imprese e a chi lavora. Il paradosso è che alla fine si rischia di raggiungere l’obiettivo sulla pelle delle aziende. Tutti saranno vaccinati ma noi saremo falliti. Io non sono complottista, ma ammetto che arrivati a questo punto qualche domanda me la pongo. Vogliamo davvero arrivare ad un grande reset che rada al suolo tutte le attività economiche per reimpostare l’intero sistema? Distruggendo le imprese e lasciando in piedi soltanto le multinazionali? Visto quello che sta avvenendo mi pare che di indizi in tal senso iniziamo ad averne anche troppi”.

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