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“Zuncheddu: la storia di un giovane che ha perso tutto nella ricerca di una famiglia”

Beniamino Zuncheddu assolto dopo 33 anni di carcere

Beniamino Zuncheddu, l’ex pastore sardo accusato di essere l’autore della strage del Sinnai, è stato assolto per non aver commesso il fatto dopo 33 anni di carcere. In una conferenza stampa convocata dai radicali, Zuncheddu ha dichiarato: “Mi sentivo come un uccellino in gabbia senza la possibilità di poter fare niente. Neppure oggi ho capito perché lo hanno fatto. Sono errori che fanno i giudici”.

Durante la sua lunga detenzione, Zuncheddu ha sempre sostenuto la sua innocenza. “In carcere mi dicevano sempre se ti ravvedi ti diamo la libertà. Ma di cosa mi devo ravvedere se non ho fatto niente. Però non ho accettato? perché non ho fatto niente”, ha affermato. Ora, finalmente libero, ha espresso la sua gratitudine al Partito Radicale, alla sua famiglia e al suo paese.

Una nuova vita da costruire

Dopo tanti anni di privazione della libertà, Zuncheddu si trova ad affrontare una nuova fase della sua vita. “Il momento più brutto è stato quando mi hanno arrestato e il più bello quando mi hanno liberato. Non so dire come immagino la mia vita ora”, ha dichiarato. Nonostante tutto, ha sempre sognato di poter costruire una famiglia e di essere un cittadino libero come tutti gli altri. Ora che è libero, potrà finalmente riposarsi, almeno mentalmente.

Durante la sua detenzione, la fede è stata una fonte di speranza per Zuncheddu. “Quando ero in carcere la fede teneva alta la mia speranza. Essere libero è una cosa inspiegabile”, ha sottolineato. Nonostante tutto, non prova rabbia verso coloro che lo hanno accusato. “Non provo rabbia perché sono vittime anche le persone che mi hanno accusato, non è colpa loro. Ma del poliziotto che fa parte della giustizia, dell’ingiustizia”, ha affermato.

La gioia di Burcei

La notizia dell’assoluzione di Zuncheddu ha portato gioia nella sua città natale, Burcei. Il sindaco Simone Monni ha commentato: “Se Beniamino era la stella che tra le nubi non brillava quanto avrebbe dovuto in passato, ora si è creata una costellazione, un allineamento di più forze. Le campane sono suonate a festa, fa capire il Paese che diventa una famiglia”. Il sindaco ha sottolineato l’importanza di sostituirsi alle persone e ha elogiato la capacità di Zuncheddu di resistere durante tutti questi anni.

La storia di Beniamino Zuncheddu è un esempio di ingiustizia che ha durato troppo a lungo. Ora, finalmente libero, avrà l’opportunità di ricostruire la sua vita e di trovare la pace interiore. La sua assoluzione è un segnale di speranza per tutti coloro che si trovano ingiustamente privati della loro libertà.

Redazione

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