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Briganti: la serie Netflix che rievoca il brigantaggio post-unità d’Italia tra pregi e difetti

Introduzione:
Briganti, la nuova serie italiana di Netflix, ci porta indietro nel tempo, nei primissimi anni successivi all’Unità d’Italia, per raccontare la storia del brigantaggio nel Sud Italia. Tuttavia, la serie presenta due aspetti ben distinti che meritano di essere analizzati separatamente: quello legato alla sua capacità di intrattenere e appassionare il pubblico, e quello relativo al suo posizionamento storico-politico.

Titolo 1: Briganti, una serie tv che appassiona e intrattiene

Sottotitolo 1.1: punti di forza della serie
Uno dei punti di forza di Briganti è sicuramente la sua capacità di coinvolgere il pubblico fin dall’inizio. La trama, incentrata sulla ricerca di un tesoro sepolto e sui rapporti fra le varie bande di briganti, è avvincente e ben articolata, nonostante qualche prevedibilità. Inoltre, la serie si caratterizza per una regia e una sceneggiatura curate, che non lasciano nulla al caso.

Sottotitolo 1.2: Le interpretazioni degli attori
Anche le interpretazioni degli attori contribuiscono a rendere Briganti una serie tv di livello. In particolare, meritano una menzione speciale Michela De Rossi, nel ruolo di Filomena, e Marlon Joubert, nei panni dello Sparviero. Entrambi riescono a dare vita a personaggi complessi e sfaccettati, che non si limitano a essere semplici eroi o cattivi.

Titolo 2: Il posizionamento storico-politico di Briganti

Sottotitolo 2.1: Il Neoborbonismo e il suo ruolo nella serie
Briganti si presenta come una serie palesemente neoborbonica, ovvero una rilettura della storia dell’Unità d’Italia da una prospettiva diversa da quella ufficiale, che sostiene la tesi secondo cui l’esercito piemontese fu un invasore e che la povertà del Sud derivi dall’effettivo furto delle ricchezze meridionali. Questa posizione, che non trova riscontro nella storiografia ufficiale, è sottolineata nella serie attraverso la rappresentazione dei piemontesi come protofascisti e dei briganti come ribelli o addirittura partigiani.

Sottotitolo 2.2: Il messaggio di Briganti e il suo impatto sul pubblico
Il messaggio di Briganti, che si pone come una rilettura della storia italiana, potrebbe avere un impatto significativo sul pubblico, soprattutto su quello straniero che potrebbe farsi un’idea netta di una Storia che non lo è. Tuttavia, è importante sottolineare che la serie non si presenta come un documentario, ma come una rielaborazione di fatti e personaggi storici, che non vuole essere una verità assoluta, ma una delle tante possibili interpretazioni.

Titolo 3: Bilancio finale: pregi e difetti di Briganti

Sottotitolo 3.1: pregi di Briganti
La serie presenta numerosi pregi, come la trama avvincente, la cura nella regia e nella sceneggiatura, e le ottime interpretazioni degli attori. Inoltre, il fatto di affrontare un tema poco trattato nella serialità italiana, come quello del brigantaggio post-unità, è sicuramente un elemento positivo.

Sottotitolo 3.2: difetti di Briganti
Tuttavia, Briganti presenta anche alcuni difetti, come qualche prevedibilità nella trama e la rilettura della storia italiana da una prospettiva neoborbonica, che potrebbe non essere condivisa dal pubblico. Inoltre, la serie si rivolge a un pubblico adulto, a causa di alcune scene di violenza e sessualità.

In conclusione, Briganti è una serie tv che appassiona e intrattiene il pubblico, grazie a una trama avvincente e a ottime interpretazioni. Tuttavia, il suo posizionamento storico-politico potrebbe non essere condiviso da tutti, e la serie presenta anche alcuni difetti. In ogni caso, si tratta di un prodotto interessante e originale, che merita di essere visto.

Giordana Bellante

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