Ex assessore lombardo assolto per mancato pagamento degli alimenti: il caso di Massimo Buscemi

Ex Assessore Lombardo Assolto

Ex assessore lombardo assolto per mancato pagamento degli alimenti: il caso di Massimo Buscemi - Occhioche.it

La vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’ex assessore regionale lombardo Massimo Buscemi si è recentemente conclusa con la sua assoluzione per il mancato pagamento degli alimenti alla ex moglie e alle due figlie. Il Tribunale di Busto Arsizio, presieduto dal giudice Cristina Ceffa, ha stabilito che il fatto non costituisce reato. Ma come si è arrivati a questa decisione e quali sono le ragioni dietro il mancato versamento dei 3mila euro mensili stabiliti per il mantenimento?

1. precedenti giudiziari di Massimo Buscemi

Il coinvolgimento nello scandalo rimborsopoli e la condanna per falso

Prima di affrontare la questione degli alimenti, è necessario fare un passo indietro e analizzare i precedenti giudiziari di Massimo Buscemi. ‘ex assessore regionale lombardo, infatti, era già stato coinvolto in due procedimenti penali: lo scandalo rimborsopoli e un processo per falso. Nel 2021, Buscemi aveva patteggiato una pena di 2 anni e 2 mesi di reclusione per lo scandalo rimborsopoli, che aveva visto coinvolti diversi esponenti politici regionali. Inoltre, nel 2014, l’ex assessore era stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione per falso.

2. Il mancato pagamento degli alimenti e le motivazioni dell’assoluzione

La difesa di Buscemi e la decisione del Tribunale di Busto Arsizio

Tornando al caso specifico degli alimenti, Massimo Buscemi non aveva mai versato le somme stabilite per il mantenimento della ex moglie e delle due figlie, pari a 3mila euro mensili. Questo mancato pagamento si era protratto dal 2015 al 2021, per un totale di 6 anni. La difesa di Buscemi, affidata all’avvocato Antonio Argento, ha sostenuto che l’ex assessore, dopo gli anni trascorsi in politica, avesse avuto delle entrate molto limitate, non sufficienti per far fronte agli impegni economici stabiliti per gli alimenti. Nonostante i 436mila euro ricevuti da Regione Lombardia come buonuscita nel 2015, Buscemi non sarebbe riuscito a versare quanto pattuito. Il Tribunale di Busto Arsizio, presieduto dal giudice Cristina Ceffa, ha ritenuto valide le argomentazioni della difesa e ha assolto Massimo Buscemi con formula piena, stabilendo che il fatto non costituisce reato.

3. Le perplessità delle parti civili e l’attesa per le motivazioni del giudice

‘incertezza sulle ragioni dietro l’assoluzione e le possibili conseguenze

‘esito del processo ha lasciato perplesse le parti civili, rappresentate dall’avvocato Tiberio Massironi. In particolare, l’assoluzione di Massimo Buscemi ha sollevato interrogativi sulle reali motivazioni che hanno spinto il giudice a ritenere che il mancato pagamento degli alimenti non costituisse un reato. Le parti civili attendono ora di conoscere le motivazioni alla base della decisione del Tribunale di Busto Arsizio, per valutare eventuali ulteriori passi da compiere. La vicenda giudiziaria di Massimo Buscemi, dunque, potrebbe non essersi ancora definitivamente conclusa e potrebbe riservare ulteriori sviluppi.