Femminicidio di Giulia Cecchettin: verso la chiusura delle indagini e il processo per Filippo Turetta

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Femminicidio di Giulia Cecchettin: verso la chiusura delle indagini e il processo per Filippo Turetta - Occhioche.it

Introduzione:
Si sta per chiudere il cerchio intorno al caso di femminicidio che ha sconvolto l’Italia lo scorso novembre, quello di Giulia Cecchettin, giovane di Vigonovo uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta, attualmente in carcere a Verona con l’accusa di omicidio volontario. La Procura della repubblica di Venezia sta per avanzare la richiesta di rinvio a giudizio per Turetta, e il processo potrebbe aprirsi già agli inizi di autunno. Ma cosa è successo esattamente quella notte, e quali sono gli elementi che pesano sulla decisione di mandare a processo Turetta in Assise? E cosa sta facendo il padre di Giulia, Gino Cecchettin, per tenere vivo il ricordo della figlia e lottare contro la violenza di genere?

Parte 1: ‘omicidio di Giulia Cecchettin e le indagini

Il 15 novembre scorso, Giulia Cecchettin, 22 anni, è stata uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta, 24 anni, dopo una serata trascorsa insieme in un locale di Vigonovo. Il corpo della giovane è stato ritrovato il giorno dopo in un campo nei pressi dell’abitazione di Turetta, a Torreglia , con diverse ferite da arma da taglio e segni di strangolamento. Il giovane è stato arrestato in Germania dopo otto giorni di fuga, e da allora si trova in carcere a Verona con l’accusa di omicidio volontario.

Le indagini della Procura di Venezia sono state lunghe e complesse, ma ora sembrano essere giunte a una svolta decisiva. Secondo quanto riportato dall’ANSA, la Procura potrebbe avanzare la richiesta di rinvio a giudizio per Turetta già a giugno, così da non far scadere i termini di custodia cautelare del giovane. Il processo potrebbe quindi aprirsi agli inizi di autunno, tra settembre e ottobre, davanti alla Corte d’Assise di Venezia.

Parte 2: pesi della decisione di mandare a processo Turetta in Assise

La decisione di mandare a processo Turetta in Assise pesa soprattutto sulla valutazione relativa alla premeditazione del delitto. La Procura ha infatti a disposizione gli esiti dell’autopsia sul corpo della vittima, le analisi sulle macchie di sangue e gli altri elementi raccolti dai Ris nella Fiat Punto nera di Turetta. Ma saranno gli accertamenti tecnici sullo smartphone e sul pc portatile, anche questi sequestrati nella sua macchina dopo l’arresto in Germania, a essere decisivi per stabilire se Turetta abbia potuto architettare il delitto.

Il fatto che avesse portato con sé il coltello utilizzato per colpire Giulia, il nastro adesivo usato per legarla e il fatto che avesse fatto il pieno alla macchina sono tutti elementi che potrebbero far pensare a una premeditazione. Ma sarà la cronologia della navigazione su internet, o altri appunti rinvenuti nel Pc o nel cellulare, e i messaggi conservati a chiarire definitivamente la dinamica dei fatti.

La difesa di Turetta, rappresentata dal professor Giovanni Caruso, potrebbe chiedere la perizia psichiatrica, qualora Turetta venisse rinviato a giudizio davanti alla Corte d’Assise, con il rischio di venire condannato alla pena dell’ergastolo. La Procura ha scelto per ora la via del totale silenzio sugli accertamenti, anche per cercare di attenuare il clamore mediatico che la vicenda di Giulia ha suscitato.

Parte 3: ‘impegno di *Gino Cecchettin contro la violenza di genere*

Mentre le indagini e il processo vanno avanti, il padre di Giulia, Gino Cecchettin, mantiene vivo