“Good Omens”: la fine del mondo in chiave comica nel romanzo di Pratchett e Gaiman - Occhioche.it
Nel panorama della narrativa contemporanea, “Good Omens”, scritto a quattro mani dai celebri autori TERRY PRATCHETT e NEIL GAIMAN, si distingue per la sua peculiare capacità di rendere la fine del mondo un evento divertente e surreale. Pubblicato come romanzo, questo testo ha guadagnato una nuova vita grazie all’adattamento televisivo, che ha visto Gaiman stesso come showrunner. La trama presenta una serie di eventi incalzanti che ruotano attorno all’angelo AZIRAPHALE e al demone CROWLEY, due figure che, dopo millenni di interazioni con gli esseri umani, si ritrovano a fronteggiare un imminente Giorno del Giudizio che preferirebbero evitare.
Aziraphale, interpretato da Michael Sheen, e Crowley, con la voce di David Tennant, rappresentano due lati di una stessa medaglia: il bene e il male. Tuttavia, la loro amicizia si evolve in modo inaspettato mentre si dedicano a vivere la vita terrena con tutti i suoi piaceri e le sue complicazioni. Questo legame, originariamente nato per rispettare i loro ruoli cosmici, si trasforma in una lotta condivisa contro la profezia dell’Apocalisse.
Il fulcro della narrazione è l’imminente arrivo dell’Anticristo, un undicenne destinato a scatenare la fine del mondo. La missione di Aziraphale e Crowley è chiara: devono impedire che ciò accada. Ma come spesso succede in storie bizzarre, gli eventi prendono una piega inaspettata. A causa di uno scambio di culla, entrambi i personaggi si trovano totalmente all’oscuro sulla reale identità del bambino. Questo scatenare di eventi crea una serie di situazioni comiche e stravaganti che mettono in luce l’assurdità dell’umanità e del libero arbitrio.
Oltre a Aziraphale e Crowley, il romanzo si popola di una galleria di personaggi eccentrici. Tra di essi si trovano suore sataniste, pronte a tutto per assicurarsi che la profezia si compia, e una medium incredibilmente distratta le cui visioni sfuggono sporadicamente alla sua attenzione. Questi personaggi secondari non solo arricchiscono la trama, ma contribuiscono a mettere in risalto temi di libertà e destino.
Non si può parlare di “Good Omens” senza menzionare i celebri cavalieri dell’Apocalisse. In questa versione moderna, i quattro cavalieri non si muovono a cavallo, ma su moto rombanti, associando così le loro funzioni a un’immagine contemporanea e ironica. Inquinamento prende il posto di Pestilenza, simboleggiando i problemi odierni dell’umanità. Questo nuovo approccio rende l’opera ancora più attuale, invitando il lettore a riflettere sulle conseguenze delle azioni umane.
La narrazione di “Good Omens” è inoltre arricchita dalla presenza di Dio, voce narrante interpretata dall’attrice premio Oscar FRANCES MCDORMAND. Questo elemento dona un’esperienza unica, poiché la figura divina commenta e guida gli eventi con una saggezza e un’ironia in grado di attrarre e coinvolgere il pubblico. La sua presenza si aggiunge a quel mix di umorismo e profonda riflessione sull’esistenza umana che caratterizza l’intera narrazione.
In ultima analisi, l’opera di Pratchett e Gaiman non è solamente una commedia fantastica, ma anche una profonda riflessione su ciò che significa essere umani. Attraverso situazioni esilaranti e personaggi indimenticabili, “Good Omens” invita il lettore a esplorare le complessità del libero arbitrio e del destino. L’apocalisse, per quanto drammatica nella sua essenza, diventa un’occasione per celebrare la vita e le sue infinite sfumature.
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