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Maledetto cuore e inferno sonoro: il ritorno di Piero Pelù dopo l’acufene

Introduzione:

Piero Pelù, il leggendario cantautore fiorentino, torna sulla scena musicale con il nuovo singolo “Maledetto cuore” e l’album “Deserti“. Dopo una battaglia contro l’acufene, un disturbo dell’udito, Pelù è pronto a riprendersi il palco e a condividere la sua musica con i fan. In questo articolo, esploreremo il suo percorso di guarigione, la sua visione artistica e le sue opinioni sul panorama politico e sociale attuale.

La battaglia contro l’acufene e il ritorno sul palco

Sottotitolo: Un incidente sul lavoro e la tecnologia come alleata

Lo scorso anno, Piero Pelù è stato costretto a cancellare un tour e a interrompere la lavorazione del suo album a causa di un acufene. In un’intervista al Corriere della Sera, ha rivelato che si è trattato di un incidente sul lavoro, causato da uno choc acustico in studio di registrazione. Nonostante il danno sia irreversibile, Pelù è riuscito a trovare una soluzione grazie alla tecnologia, che gli permette di affrontare nuovamente il palco.

Sottotitolo: Depressione e rinascita artistica

In un post sui social media, Pelù ha confessato di aver affrontato una depressione durante il periodo di convalescenza. Grazie a un aiuto professionale, è riuscito ad aprire nuove porte, come testimoniato nel testo della canzone “Maledetto cuore“, in cui esprime il bisogno di connessione con gli altri. La sua avventura artistica con Ghigo Renzulli, l’altro componente dei Litfiba, sembra essere giunta al termine, ma Pelù continua a portare con sé lo spirito della band, che ha persino tatuato sulla pancia.

‘impegno politico e sociale di Piero Pelù

Sottotitolo: Berlusconi e il qualunquismo nella società italiana

Pelù non ha mai esitato a esprimere le sue opinioni politiche e sociali. In un’intervista, ha criticato l’influenza di Silvio Berlusconi sulla società italiana, accusandolo di aver fomentato il qualunquismo e l’opportunismo. Pelù ha anche una canzone nel cassetto, intitolata “Tutta colpa di Silvio“, che un giorno potrebbe decidere di pubblicare.

Sottotitolo: Il conflitto israelo-palestinese e l’importanza di esporsi

Pelù ha elogiato Ghali per essersi esposto sulla questione palestinese durante il Festival di Sanremo e ha confermato di non aver mai smesso di esporsi su temi a lui cari. Nel caso del conflitto israelo-palestinese, ha espresso preoccupazione per l’apartheid trentennale di Israele, ma ha anche definito Hamas un’organizzazione terroristica.

‘epoca dell’avvelenamento e l’impegno pacifista

Sottotitolo: “Novichok” e il veleno che avvolge il mondo

Il primo singolo estratto dall’album “Deserti” è “Novichok“, il nome del veleno che avrebbe ucciso l’oppositore russo Navalny. Nel testo, Pelù parla di pelle gialla e blu, come i colori della bandiera ucraina, ma sottolinea che la canzone ha un significato più ampio. In un’epoca in cui tutto è avvelenato – il cibo, l’aria, le notizie – è difficile essere cittadini consapevoli.

Sottotitolo: Il pacifismo e l’eredità di *Gino Strada

Pelù si definisce un pacifista e obiettore di coscienza, grazie all’influenza del nonno Mario, un antifascista che gli ha trasmesso il ripudio della guerra e delle armi. Oggi, crede sia difficile trovare le parole giuste per una nuova canzone contro la guerra, ma spera che artisti come i rapper possano raccogliere la sfida. Infine, ricorda con affetto la figura di Gino Strada, fondatore di Emergency, e auspica che il suo impegno possa continuare a ispirare le generazioni future.

Francesca Monti

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