Premio Francesco Nuti, la figlia Ginevra ricorda il padre e istituisce un riconoscimento per tenere viva la sua eredità artistica

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Premio Francesco Nuti, la figlia Ginevra ricorda il padre e istituisce un riconoscimento per tenere viva la sua eredità artistica - Occhioche.it

Introduzione:
Ginevra Nuti ha istituito un premio in memoria del padre Francesco Nuti, scomparso il 12 giugno 2023 all’età di 68 anni. La figlia venticinquenne, laureanda in Medicina, ha deciso di celebrare la figura del padre attraverso un riconoscimento che ne onori la poliedrica carriera artistica. La giovane, che ha ereditato dal padre lo sguardo allegro e un po’ malinconico, ha raccontato al “Corriere della Sera” la sua iniziativa e ha svelato alcuni aneddoti sulla vita privata del genitore.

“Premio Francesco Nuti, Ginevra istituisce un riconoscimento per tenere viva l’eredità artistica del padre”
Ginevra Nuti ha deciso di istituire il “Premio Francesco Nuti” per celebrare la figura del padre e la sua poliedrica carriera artistica. Presenti in sala, insieme alla figlia, anche Giuliana De Sio e Giovanni Veronesi. Ginevra, che del padre ha lo sguardo allegro e un po’ malinconico, è una venticinquenne gentile e riservata, laureanda in Medicina. La giovane è rimasta accanto al padre nel lungo e doloroso percorso della sua malattia. “Penso non ci sia modo migliore di raccontarlo se non con i suoi film – dichiara al “Corriere della Sera” – tengo molto a questo tipo di rassegne. La punta di diamante di mio papà era brillare in tante arti: scrittura, recitazione, musica e pittura. Ognuna descrive una sfaccettatura diversa della sua personalità. Farne esperienza reale, piuttosto che raccontarlo a voce, è quanto più mi auguro”.

“Ginevra Nuti, la musica e la Medicina: ‘Sono al sesto e ultimo anno, spero, di Medicina. Come specializzazione ho scelto anestesia e rianimazione, nel frattempo la musica mi accompagna’”
Ginevra Nuti ha raccontato di se stessa: “Sono al sesto e ultimo anno, spero, di Medicina. Come specializzazione ho scelto anestesia e rianimazione, nel frattempo la musica mi accompagna. Lui se ne accorse un giorno a casa di mia nonna paterna Anna, mentre eravamo nel suo salone. Dalla televisione partì una musica, non ricordo cosa stessimo guardando, e istintivamente iniziai a tenere il tempo col piede. Mi ricordo che lo fece notare subito alle persone presenti, entusiasta. A casa aveva tante chitarre e un pianoforte che non smettevo mai di suonare”.

“Francesco Nuti, il brano ‘Sarà per te’ dedicato alla figlia Ginevra e l’emozione di cantarlo sul palco per il suo compleanno”
Francesco Nuti ha dedicato alla figlia Ginevra Nuti il brano “Sarà per te” portato a Sanremo nel 1988. Nel 2014 Ginevra Nuti dedicò al padre “Sarà per te” sul palco dell’allora Mandela Forum, davanti a 7000 persone riunite per il suo compleanno: “La scrisse *Riccardo Mariotti, cugino di mio papà – ricorda – per l’allora fidanzata e attuale moglie, Sara. È una bellissima canzone d’amore, come altrettanto bella è la storia che c’è dietro. Mio padre la portò al Festival di Sanremo nel 1988, per dedicarmela poco prima della mia nascita. E io gli restituii la dedica sul palco per il suo cinquantanovesimo compleanno. Fu un regalo meraviglioso di quattro persone straordinarie: Carlo Conti, Marco Masini, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni. Li porterò sempre nel cuore. La preparai nei mesi precedenti insieme alla mia insegnante di canto: quell’emozione non la dimentico”*.

“Ginevra svela com’era il padre nel privato: ‘La malinconia non l’ho mai percepita. ’altronde ero molto piccola, tanto da non potermi accorgere di un sentimento così complesso e sfumato'”
Ginevra Nuti ha svelato com’era il padre nel privato: “La malinconia non l’ho mai percepita. ’altronde ero molto piccola, tanto da non potermi accorgere di un sentimento così complesso e sfumato. Sicuramente lo ricordo come un papà attento, premuroso, dolce e divertente. Andavamo al luna park, al bioparco di Roma. Tappa fissa all’entrata erano i palloncini colorati, me li comprava sempre. Mi ha insegnato ad andare in bici senza rotelle, a *Narnali, dove aveva casa mia nonna. Di notte dormivo nel lettone con lui. E il giorno di Pasqua, anziché regalare a me e i miei due cugini le classiche uova di cioccolato, fece trovare a ognuno di noi un pulcino “*.

“Ginevra somiglia molto al padre: ‘Mia madre mi ripete che caratterialmente sono similissima a lui. Amo proteggere i miei spazi, a volte sento la necessità di staccarmi dal resto delle persone e prendere del tempo solo mio. Amo il silenzio'”
Ginevra Nuti somiglia molto al padre: “Mia madre mi ripete che caratterialmente sono similissima a lui. Anzi, posso dire di avere un carattere molto diverso da lei, se non opposto in alcune cose. Amo proteggere i miei spazi, a volte sento la necessità di staccarmi dal resto delle persone e prendere del tempo solo mio. Amo il silenzio. Mi viene spesso detto che nel mio sguardo si riconosce la stessa lieve malinconia di mio papà. Ma quello che ho preso da entrambi è sicuramente la caparbietà”.

“Il progetto di Ginevra per tenere vivo il ricordo di Francesco Nuti: ‘Abbiamo messo sul tavolo tante idee. La volontà è quella di premiare ogni anno sia un attore che un’attrice, insieme a un giovane talento'”
Ginevra Nuti ha parlato del suo progetto per tenere vivo il ricordo di Francesco Nuti e ha svelato: “Abbiamo messo sul tavolo tante idee. La volontà è quella di premiare ogni anno sia un attore che un’attrice, insieme a un giovane talento. Durante la prima serata, *Claudio Bisio è diventato di diritto l’ambasciatore del Premio. Nella seconda serata con Giovanni Veronesi, mio zio Giovanni e i musicisti Stefano Cantini e Riccardo Galardini, premieremo Giuliana De Sio. Riconosceremo una menzione speciale Francesco Nuti giovane rivelazione 2024 a Damiano Gavino, vincitore nel 2023 del Ciak ’Oro per la sua interpretazione da protagonista nell’ultimo film di Ferzan Ozpetek. Il mio desiderio, oltre a coinvolgere artisti che hanno avuto direttamente a che fare con il mio papà, è premiare il talento, la carriera e i giovani. Vorrei restituire il suo cinema alla mia generazione, e a tutto quel pubblico che vuole riscoprirlo e conoscerlo per la prima volta”*, conclude.