Protezione concessa a trans brasiliana minacciata di morte

Protezione Concessa A Trans Br

Protezione concessa a trans brasiliana minacciata di morte - avvisatore.it

Riconosciuta protezione speciale per una trans brasiliana residente in provincia di Bergamo

Il tribunale di Brescia ha preso una decisione importante riguardo alla protezione di una transessuale brasiliana di 50 anni residente in provincia di Bergamo. Questa decisione ribalta la precedente decisione della Commissione per la protezione internazionale di Brescia, che aveva negato il provvedimento di protezione.

Timori di tortura e maltrattamenti in caso di rimpatrio

Secondo il tribunale, la transessuale teme di subire torture e maltrattamenti se dovesse essere rimpatriata, rischiando di essere uccisa dai suoi familiari che non accettano la sua identità. Il tribunale ha sottolineato che il Brasile è il paese con il più alto numero di omicidi di persone transessuali ogni anno, un triste primato che mantiene da 13 anni.

Condanna passata non determinante per negare la protezione

La richiedente aveva una condanna definitiva per rapina e danneggiamento, un elemento che la Commissione aveva considerato determinante per negare la protezione. Tuttavia, il tribunale di Brescia ha accolto il ricorso della transessuale, difesa dall’avvocato Stefano Afrune, sostenendo che la condanna risale al 2012 e che successivamente non sono stati commessi altri reati. Inoltre, la ricorrente ha dimostrato di aver trovato un lavoro legale. Pertanto, secondo il tribunale, non ci sono ragioni per negare alla ricorrente il soggiorno in Italia, mentre un eventuale rimpatrio sarebbe contrario al diritto tutelato dall’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Questo importante verdetto del tribunale di Brescia rappresenta una vittoria per la comunità transessuale e per i diritti umani. Riconoscere la protezione speciale a questa transessuale brasiliana è un passo avanti nella lotta contro la discriminazione e la violenza nei confronti delle persone transgender. Speriamo che questa decisione possa aprire la strada a una maggiore consapevolezza e accettazione delle persone transessuali nella società italiana.