Roma di Piombo: una docu-serie Sky Original per ricordare gli anni del terrorismo delle Brigate Rosse - Occhioche.it
La docu-serie Sky Original “Roma di Piombo” si propone di ricordare gli anni in cui Roma era percorsa dal pericolo del terrorismo delle Brigate Rosse, con un focus particolare sugli anni ’80, dopo l’assassinio di Aldo Moro. La docu-serie, prodotta da Ballandi e ideata da Paolo Colangeli, è scritta da Michele Cassiani con Egilde Verì e diretta da Francesco Di Giorgio. Verrà trasmessa in chiaro su La7 domenica 12 maggio 2024.
‘assassinio di Aldo Moro segna l’inizio di un nuovo capitolo per la storia italiana, e la lotta contro il terrorismo delle Brigate Rosse si fa sempre più intensa. Sotto la guida del generale Dalla Chiesa, un gruppo di carabinieri forma la Sezione Speciale Anticrimine di Roma, con il compito di combattere le organizzazioni sovversive ed eversive, e in particolare le Brigate Rosse.
Sono i giorni dell’attentato a Piazza Nicosia, in cui muoiono due agenti di polizia e un carabiniere, e dell’uccisione di Guido Rossa, un militante del partito comunista che aveva denunciato un suo compagno di partito per aver partecipato a un’azione delle Brigate Rosse. La lotta contro il terrorismo si fa sempre più dura e senza esclusione di colpi.
Dopo un errore strategico delle Brigate Rosse, il Partito Comunista italiano si apre alla collaborazione con le forze dell’ordine, e iniziano le prime infiltrazioni e i primi pedinamenti. La colonna romana delle Brigate Rosse viene identificata dalla Sezione Speciale Anticrimine, e i carabinieri individuano il covo in cui si nasconde il brigatista Francesco Piccioni. Si preparano all’azione per catturarlo.
Francesco Piccioni viene tratto in arresto e rinchiuso nel carcere speciale dell’Asinara, dove si trovano diversi altri membri dell’organizzazione. Nelle Brigate Rosse cominciano a crearsi le prime fratture, mentre i pedinamenti e le indagini della sezione proseguono, grazie anche alla collaborazione dei primi pentiti.
Gli anni ’80 sono un decennio votato al disimpegno e alla ricerca del successo personale, ma la lotta contro il terrorismo continua. Nascono nuove organizzazioni, come l’Unione dei comunisti combattenti, che rivendica l’attentato ad Antonio Da Empoli, un consigliere di Stato e docente universitario.
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